La sala di attesa gremita di gente, pazienti sulle barelle da 4 o 5 giorni e operazioni chirurgiche urgenti rinviate di mese in mese. E’ quello che succede ancora oggi al San Camillo di Roma ad un anno dallo scandalo mala-sanità raccontato sui tutti i giornali. “Sul Messaggero il dirigente generale Aldo Morrone parla dell’ospedale come se fosse un punto di riferimento europeo, capace di attirare pazienti dall’Inghilterra e dalla Francia, ma dove li mettiamo poi negli scantinati?”, racconta indignato il personale durante l’assemblea Anaao-assomed organizzata oggi, in vista dello sciopero nazionale del 22 luglio. I medici e gli infermieri sono sul piede di guerra.”Un dato allarmante è l’aumento del tasso di mortalità dei pazienti classificati come codici verdi, questo vuol dire che la situazione del pronto soccorso è drammatica a causa della carenza dei posti letto” afferma Bruno Schiavo, chirurgo dell’ospedale. “Servirebbe un’organizzazione razionale dell’ospedale, un piano strutturale, più personale assistenziale – racconta il cardiologo Sandro Petrolati – invece si spostano primari da un ospedale all’altro, spesso ci ritroviamo doppioni di dipartimenti e ruoli apicali, due urologi a capo di un reparto e il pronto soccorso scoperto e affollato che sopravvive sfruttando i precari mal pagati, in barba alla legge” di Irene Buscemi
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