Calderoli ha fatto finta di chiedere scusa alla ministra Kyenge. Il padre del Porcellum ha giustamente rilevato come non tutti i gruppi si siano assodati alla richiesta di dimissioni. Perché mai avrebbero dovuto chiederle coloro che, per un ventennio, hanno riso alle battute sue e di Borghezio?
Quelli che si sono appena alleati con le camice verdi in Lombardia? Quelli che avranno bisogno del voto leghista per coprire le responsabilità di Alfano nella vergognosa vicenda kazaka? Una mano lava l’altra e tutte e due lavorano a soffocare legalità e costituzione. Con buona pace di Letta, l’anomalo governo italiano sarà inevitabilmente travolto dalle irrisolte anomalie di sempre.

Le scuse di Calderoli sono irricevibili, anche perché l’Europarlamento,appena qualche settimana fa, ha censurato il suo compare Borghezio per aver usato espressioni simili, persino la destra non ha lo ha più voluto nel gruppo parlamentare.

I senatori italiani facciano lo stesso, chiedano le dimissioni e quando l’energumeno tornerà a presiedere, lo lascino solo in aula, escano, imitino il Milan che lasciò il campo di Busto Arsizio per reagire ai cori dei compari dei Calderoli e dei Borghezio.

Nel frattempo chi non lo avesse fatto, vada a firmare la petizione per le dimissioni di Calderoli pubblicato dalla piattaforma Change.org e si tenga pronto a siglare quella per Alfano, non appena scaricheranno ogni responsabilità sui funzionari di polizia, secondo il copione messo in già in scena in occasione del pestaggio alla caserma Diaz di Bolzaneto.

 

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