In un Paese dove i senza lavoro fra i giovani di meno di 25 anni rappresentano il 26,5% del totale, il settore alberghiero e della ristorazione ricerca disperatamente personale, soprattutto camerieri per affrontare l'alta stagione
Sos: cercasi camerieri. In un Paese, la Francia, dove i disoccupati sono più di tre milioni e i senza lavoro fra i giovani di meno di 25 anni rappresentano il 26,5% del totale, il settore alberghiero e della ristorazione ricerca disperatamente personale, soprattutto ora che è iniziata l’alta stagione.
Non sono disponibili dati a livello nazionale. Ma le cifre in arrivo da alcune regioni sono sorprendenti. Il Pays de la Loire, ad esempio, la valle della Loira, che va da Le Mans fino a Nantes e poi alla costa atlantica: secondo le stime, aggiornate all’ultima settimana, mancano in quell’area (soprattutto nelle stazioni balneari di Loire-Atlantique e della Vandea) 10mila lavoratori. Per i due terzi si tratta di lavoro stagionale, per il resto addirittura di contratti a durata indeterminata. “E’ così ogni estate – sottolinea François Effling, responsabile nell’area della Confederazione dei professionisti indipendenti alberghieri (Cpih) – ma la situazione si è aggravata nettamente quest’anno, dato che il bisogno di manodopera nel settore è aumentato del 20% rispetto al 2012”.
Non è sorprendente. Fra castelli, città d’arte e costa selvaggia (a parte qualche zona vittima di una cementificazione assurda nella Vandea), la valle della Loira è una delle mete preferite degli stranieri. E proprio il turismo in arrivo dall’estero sta dando ossigeno a questo tipo di attività. L’auto è in forte crisi, la costruzione non ne parliamo, il Paese è vittima della deindustrializzazione. Ma il turismo in Francia continua a correre, eccome. Negli ultimi giorni il ministero del Turismo ha reso noto che i visitatori stranieri in Francia l’anno scorso sono stati 83 milioni: un nuovo record storico, rispetto agli 81 milioni e 400mila del 2011. Non sono ancora disponibili i dati 2011 di tutti gli altri grandi Paesi turistici del globo, ma è chiaro che la Francia si è confermata destinazione numero uno a livello mondiale del turismo internazionale, come lo è da anni, davanti a Usa e Spagna (l’Italia è quinta). Non solo: la spesa complessiva dei turisti stranieri in Francia ha totalizzato l’anno scorso 35,8 miliardi di euro, contro i 33,7 del 2011. Una crescita della 6,3%, la più forte dal 2008.
E, se nel nostro Paese c’è già preoccupazione per l’andamento della stagione turistica, in Francia si respira in questi mesi ottimismo: già i dati sulla stagione sciistica invernale avevano registrato una crescita del 7% della frequentazione rispetto alla stagione precedente e “pure quella estiva si annuncia migliore che nel 2012 – si legge in un comunicato del ministero del Turismo -, perché l’aumento dei turisti stranieri compensa decisamente il calo dei francesi”. I cinesi in particolare. E in una recente inchiesta, condotta dalla società Hurun Report di Shanghai, fra i milionari in dollari cinesi (sono ormai più di 2,8 milioni), la Francia figurava come la meta all’estero preferita, seguita da Stati Uniti, Singapore, Svizzera, Regno Unito. E, finalmente, Italia.
Visto quanto la Francia è gettonata, non stupisce la carenza di personale nel settore, anche se, per il deteriorarsi del mercato del lavoro a causa della crisi generale, il contesto appare anche un po’ surreale. Abbiamo visto che nella Valle della Loira ci sono ancora 10mila posti da occupare e 3.900 di questi sono per camerieri. Ma la situazione è simile in altre regioni, pure nel Sud-Est, ai confini con l’Italia, in Provenza-Alpi-Costa azzurra, dove attualmente (e ormai l’alta stagione è arrivata) 1.250 posti di lavoro stagionale restano vacanti su un totale di 8.900 resi disponibili da diversi mesi. Da una parte, va detto che si ricercano profili sempre più specializzati, per un turismo che si posiziona spesso sull’alta gamma (in Loire-Atlantique e in Vandea servono urgentemente 1.300 cuochi). “La nostra attività soffre anche di una cattiva immagine – osserva Claude Daumas, presidente della Federazione autonoma generale dell’industria alberghiera turistica (Fagiht) – e questo nonostante il miglioramento notevole delle condizioni di lavoro negli ultimi anni”. Sono posti, anche quelli stagionali, normalmente con contratti regolari, che comprendono i contributi sociali. Lo stipendio è ormai in media superiore del 10% rispetto allo Smic, il salario minimo stabilito per legge, che si attesta attualmente a 1.120 euro netti mensili. Gli orari si limitano a 35 ore settimanali, come per le altre professioni, e solo in casi eccezionali si tollera fino a 39. I pasti sono assicurati dal datore di lavoro. E certi comuni, in particolare sulla costa, si sono organizzati per trovare presso gli abitanti alloggi a buon mercato per i lavoratori stagionali. Sì, ma nonostante tutto questo, cercasi disperatamente camerieri.