“Se è stata fatta questa operazione senza informare il ministro dell’Interno, si tratta di una cosa non grave, ma gravissima e i responsabili devono pagare”. Massimo D’Alema (Pd) ha appena terminato il suo intervento di presentazione dell’associazione Italianieuropei a Roma. L’ex premier si sofferma sul caso della signora kazaka Shalabayeva che fa traballare il governo Letta, mettendo a rischio la posizione del responsabile del Viminale Angelino Alfano. Più volte i cronisti gli chiedono se Alfano, in qualità di ministro dell’Interno avrebbe dovuto sapere della cattura della Shalabayeva e di sua figlia e non restarne all’oscuro, D’Alema replica: “E’ una domanda non sensata, perché se nessuno ha detto al ministro della cattura di questa donna e della figlia, Alfano non può essere colpevole di non sapere. Se non glielo dicono, non sa, e questo non è una colpa”. E ribadisce: “C’è un problema di funzionamento” all’interno del Viminale, ma precisa D’Alema “io voglio capire innanzitutto chi ha preso la decisione di catturare una donna e la sua bambina per consegnarle a Nazarbayev, perché questa è una decisione illegale, contraria alla tradizione umanitaria del nostro Paese”. Secondo lei è resposabile in ogni caso Alfano? Chiede ancora un giornalista. “Io non lo so, stanno facendo un’inchiesta, si attende la relazione del capo della polizia”, risponde l’ex premier di Manolo Lanaro