Dai risultati comunicati è emerso, inoltre, che una fetta consistente dei diritti messi all’asta non è stata sottoscritta: dell’11% del capitale offerto è stato esercitato il 7,78 per cento, che potrebbe rappresentare un nuovo o più nuovi azionisti per il Corsera. Allo stato il primo azionista è Fiat e a seguire Mediobanca
Si è chiuso con un sostanziale successo l’aumento di capitale di Rcs da massimi 421 milioni. Al termine dell’offerta in Borsa dell’inoptato (partita in maniera deludente), la ricapitalizzazione è risultata sottoscritta al 92,7% delle azioni ordinarie per un controvalore totale di 409,9 milioni (ovvero 300.281.817 azioni). Alle banche del consorzio di garanzia spetterà quindi sostenere l’operazione per ulteriori 18,1 milioni di euro.
Dai risultati comunicati è emerso, inoltre, che una fetta consistente dei diritti messi all’asta non è stata sottoscritta: dell’11% del capitale offerto è stato esercitato il 7,78 per cento, che potrebbe rappresentare un nuovo o più nuovi azionisti per il Corsera. Per sapere chi ha comprato – nei giorni scorsi era circolato il nome dell’editore torinese Urbano Cairo – bisognerà attendere ancora qualche giorno visto che per far scattare l’obbligo di comunicazione alla Consob dei soci con quote rilevanti (oltre 2%) è necessario prima il deposito del nuovo capitale sociale al registro delle imprese. Cosa che gli uffici di Rcs dovrebbero fare già in settimana in modo tale da arrivare alla riunione del patto di sindacato e del Cda del 31 luglio con un quadro chiaro dell’assetto di controllo.
Sulla base di quanto comunicato in precedenza e alla luce di una sottoscrizione dell’aumento di capitale al 92,7%, è presumibile che l’azionariato sia così composto: il primo azionista è la Fiat con una quota del 20,5 per cento, seguita da Mediobanca col 15,4% (più l’accollo dovuto al consorzio di garanzia). Al terzo posto ma fuori dal patto, Diego Della Valle con una quota che sfiora il 9% (8,99 per cento); seguirebbero quindi Fonsai (5,6%), Pirelli (5,4%) e Intesa Sanpaolo (6,5% circa più accollo); la famiglia Pesenti (Italmobiliare) dovrebbe essere al 3,8%, gli eredi di Giuseppe Rotelli al 3,4%, Sinpar all’1,3%, Benetton (Edizione) all’1,2%, Mittel all’1,3%, Generali e Banco Popolare all’1%. Sotto la soglia dell’un per cento, ci dovrebbero essere Erfin (Bertazzoni) allo 0,9% e Merloni allo 0,5%.
Da segnalare, infine, il tutto esaurito registrato in fase di offerta dalle azioni risparmio. Al termine dell’operazione sono risultate sottoscritte tutte le 77.878.422 azioni di risparmio di Categoria B di nuova emissione, di cui 3.446.331 azioni pari al 4,43 per cento in fase di offerta in Borsa dell’inoptato.