Nessuna delle offerte rientrava nel budget di 8mila miliardi di won, pari a 7, 3 miliardi di dollari, stabilito dalla Corea del Sud. L'amministrazione sudcoreana discute se riproporre il bando con gli stessi criteri oppure cancellare l'attuale progetto e presentarne uno nuovo
È stata una gara d’appalto senza vincitori quella che in Corea del Sud doveva assegnare la commessa per la fornitura di 60 nuovi aerei per l’aeronautica militare. Nessuna delle offerte rientrava nel budget di 8mila miliardi di won, pari a 7, 3 miliardi di dollari, stabilito dal governo di Seul.
In campo c’erano i colossi del settore della difesa. Le loro erano le ultime rimaste delle 55 offerte recapitate alla Defense Acquisition Program Administration. La scelta dei sudcoreani sarebbe dovuta ricadere su uno tra gli F15 della Boeing, gli F35 della Lockheed Martin e gli Eurofighter Typhoon del consorzio formato da Bae System, Eads e Finmeccanica. Tutto è sospeso. Il comitato per la promozione dei progetti della Difesa (Dapa) deciderà il da farsi.
Tutto questo alla vigilia della cerimonia a Cameri, Novara, per l’inaugurazione della linea d’assemblaggio del primo F-35 dell’aviazione italiana. Appuntamento cancellato mentre continua la campagna per esortare il governo Letta a fermare l’acquisto per 13 miliardi di euro di 90 aerei.
L’amministrazione sudcoreana discute se riproporre il bando con gli stessi criteri oppure cancellare l’attuale progetto e presentarne uno nuovo. Sul tavolo c’è l’ipotesi di ridurre il numero di aerei e acquistarli in diverse fasi, o di alzare il budget a disposizione. Non si esclude neppure di poter negoziare il prezzo con le tre compagnie.
Un indizio su quale potrebbe essere la decisione del governo si legge in un particolare sottolineato dallo JoongAng Daily. Secondo le fonti del quotidiano, almeno una delle tre offerte è andata vicina alla cifra massima fissata da Seul, ma la Dapa non ha voluto cedere e sforare il budget. Tra gli analisti sono in molti a ritenere che la sfida più che a tre sia in realtà una gara a due tra le statunitensi. “Il vincitore sarà americano”, ha detto Richard Aboulafia, analista del Teal Group citato da Defence News. La stessa opinione si leggeva già un anno fa sull’Hankyoreh. La previsione era basata su sei decenni di alleanza tra Seul e Washington che mantiene 28mila truppe nel Paese da oltre sessant’anni in funzione antinordcoreana. Sul tema delle alleanze il quotidiano è tornato lo scorso giugno: “I militari sudcoreani sono divisi tra quanti propendono per gli aerei statunitensi per via della particolare alleanza tra Usa e Corea e chi invece guarda con favore agli Eurofighter per motivi economici”.
Secondo quanto riporta l’agenzia Yonhap, a differenza delle rivali, la Lockheed, non avrebbe sottoposto ai sudcoreani un prezzo fisso né un prezzo massimo. La società agisce attraverso i Foreign Military Sales (FMS), ossia le vendite concluse tramite accordi intergovernativi. In questo modo il prezzo degli aerei è legato a quello dei mezzi offerti all’aviazione statunitense.
Il rischio è che gli F35 possano subire le oscillazioni del prezzo per via dei tagli al bilancio statunitense, nonostante il Pentagono continui a parlare dell’acquisto come di una priorità, o per la cancellazione degli ordini di altri clienti. Il rinvio ha complicato i progetti dei militari sudcoreani e il progetto di rinnovo della flotta di vecchi F4 ed F5. La selezione sarebbe dovuta avvenire entro giugno così da avere i primi aerei per il 2017. Stando ai criteri iniziali il prezzo avrebbe dovuto influire per il 30 per cento sulla valutazione del governo. Aprire una nuova gara d’appalto sposterebbe in avanti nel tempo gli obiettivi dei militari che chiedono al governo di trovare un qualche accordo con i possibili fornitori.
di Sebastiano Carboni