Lavorano ogni giorno con automezzi “da rottamare”, senza le risorse necessarie a “pagare il gasolio” e in sottorganico. Eppure, nel futuro dei vigili del fuoco ci sono solo altri tagli. Questa volta, infatti, ad essere “razionalizzato” dal ministero dell’Interno sarà il dispositivo nazionale di soccorso tecnico urgente: un’operazione all’insegna del risparmio che da un lato porterà alla chiusura notturna di alcune sedi locali e, dall’altro, alla riduzione degli uomini impiegati nelle squadre di soccorso.
“Il piano – spiega Alessandro Zangoli, segretario del Conapo Emilia Romagna – diminuirà in pratica il numero di unità che potranno intervenire in caso di emergenza. Se prima erano cinque gli uomini inviati sul posto, ora, qualora il progetto del dipartimento dei vigili del fuoco dovesse essere approvato, saranno solo tre. E se si considera che uno di questi è l’autista, i vigili in grado di lavorare effettivamente, in realtà, saranno solo due: del tutto insufficienti, per esempio, a spegnere un incendio. Di questo passo, non solo la sicurezza non potrà più essere garantita, ma non saremo nemmeno in grado di risolvere nei tempi previsti l’intervento per il quale siamo stati chiamati: potremo solo fare contenimento fino all’arrivo di un’altra squadra, che impiegherà più tempo ad arrivare sul posto se effettivamente, la notte, alcune sedi locali saranno chiuse. E il tempo, nel nostro lavoro, è vitale”.
Per questo il Conapo, il sindacato dei vigili del fuoco, si è opposto alla proposta del ministero dell’Interno: progetto che non solo “avrà gravi ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini e degli stessi vigili del fuoco”, ma che peraltro “non riuscirà a cogliere nessun obiettivo di vera razionalizzazione nell’impiego delle risorse disponibili”. “E’ assurdo – continua Zangoli – noi lavoriamo giorno e notte per fornire un servizio alla collettività e veniamo tagliati, invece i dirigenti, a Roma, viaggiano su Audi Q8, macchine da vip, e nessuno dice nulla. Come si può accettare una situazione simile?”.
Per il momento, spiega il Conapo, “non abbiamo ancora ricevuto il dettaglio delle sedi che di notte saranno chiuse, ma probabilmente, almeno in Emilia Romagna, saranno una per provincia”: “Ma non si ricordano a che ora è avvenuto il terremoto del 20 maggio 2012, quello che ha coinvolto Emilia Romagna, Lombardia e Veneto? – attacca Zangoli – E la tragedia dell’Aquila? E’ sconcertare apprendere che queste proposte arrivino proprio dal dipartimento dei vigili del fuoco, incapace di replicare alla politica dei tagli alle assunzioni. Tutte le sedi, comprese quelle dell’Emilia Romagna, devono poter continuare a garantire soccorso alla popolazione 24 ore su 24, chi fa queste proposte non capisce nulla di soccorso ai cittadini. Usare le statistiche quale giustificazione per chiudere è da irresponsabili”.
“Solo chi è lontano mille anni luce dalla realtà del soccorso può scrivere una simile assurdità che trasuda di totale incompetenza tecnico operativa” attacca Antonio Brizzi, segretario nazionale del Conapo, il soccorso “non si può basare sulle statistiche”. Non si può chiedere, insomma, “a un vigile o al cittadino di rischiare la vita perché a Roma si è deciso di risparmiare sulla sicurezza”.
“Cosa sarebbe successo in Emilia – si domanda Zangoli – se la notte del primo sisma, quello del 20 maggio, il personale fosse stato ridotto a causa dei tagli, oppure fosse stato assente perche il dipartimento di notte è chiuso?”.
In una situazione “di già grave difficoltà”, fatta di turn over bloccati, automezzi “che ormai sarebbero da rottamare, spesso privi di manutenzione”, di “uffici che non riescono a pagare il gasolio, l’affitto degli stabili o le bollette”, e di una carenza di organico pari a circa il 50%, “è necessario che quantomeno si mantengano le attuali sedi dei vigili del fuoco”. “Noi svolgiamo un servizio per la collettività e lo facciamo volentieri, ma in queste condizioni come possiamo chiedere ai colleghi di rischiare la vita pur sapendo che quando si troveranno a gestire un’emergenza saranno già in sottonumero? Che difficilmente riusciranno a fare il proprio lavoro in condizioni di sicurezza? Tagliare le risorse a disposizione dei vigili del fuoco significa creare disagi per i cittadini”.
Al premier Enrico Letta e al ministro dell’Interno Angelino Alfano, il Conapo rivolge quindi un appello: “Siamo pronti al confronto, ma mantenete adeguati standard di sicurezza per i cittadini”. Ma anche all’Emilia Romagna quelli che i terremotati chiamano “angeli” domandano di intervenire: “Al commissario Vasco Errani e alla giunta chiediamo di far sentire la propria voce. Abbiamo bisogno di più personale, di risorse per spostare i mezzi, di un fondo per la gestione delle emergenze, così che non si verifichino i problemi nati in seguito al terremoto. Il nostro lavoro in Emilia continua, reclamiamo solo che i nostri sforzi vengano riconosciuti”.