Passa la linea Epifani con 80 sì e 7 astenuti. Il segretario: "Sono numeri che parlano da soli. Sulla vicenda sono rimaste molte ombre e problemi legati alla riorganizzazione della sicurezza"
I senatori del Pd voteranno no alla mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro degli Interni Angelino Alfano presentata da Sinistra Ecologia e Libertà e Movimento Cinque Stelle dopo la vicenda dell’espulsione e del rimpatrio di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, e della loro figlia di 6 anni. Il gruppo dei democratici a Palazzo Madama ha approvato con 80 voti favorevoli la cosiddetta “linea Epifani”. Il voto ha registrato anche 7 astensioni che sono solo in parte quelle dei renziani: questi ultimi infatti in precedenza avevano chiesto agli altri senatori di presentare una propria mozione nei confronti di Alfano o, in subordine, un atto di censura. Una scelta, quella dei senatori vicini al sindaco di Firenze, fatta anche in ragione delle parole usate dal presidente della Repubblica che ha parlato di “storia inaudita”. A conti fatti sono solo 3 i renziani che hanno scelto di astenersi. La pattuglia del sindaco al Senato è dunque andata a ranghi sparsi nel voto anche se in casa renziana viene spiegato che c’è stata una precisa scelta di fare un voto “sparigliato”. I renziani astenutisi risulterebbero essere Andrea Marcucci, Isabella De Monte e Vincenzo Cuomo. Gli altri risultano essere Felice Casson, Laura Puppato, Walter Tocci e Lucrezia Ricchiuti.
“Nel gruppo del Pd – ha dichiarato il segretario Guglielmo Epifani – c’è stata una discussione seria” e al termine “il gruppo praticamente all’unanimità ha condiviso l’idea che il governo deve andare avanti”. Il leader del Pd parla di “voto che parla da solo”: “Voteremo no e lo faremo con una dichiarazione motivata da parte del capogruppo al Senato”. Resta la “riserva” su quanto avvenuto: il caso Shalabayeva, ha spiegato Epifani, è “una vicenda sulla quale sono rimaste molte ombre e problemi legati alla riorganizzazzione della sicurezza”. Durante l’assemblea dei senatori Pd era stata chiara l’opposizione di gran parte dei democratici alla proposta dei renziani: “Dentro questo Governo si sta in squadra – ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini – è spiacevole vedere che c’è chi ci mette la faccia e chi dice ‘io farei così’ perché c’è chi si sta sporcando le mani. La faccia ce la dobbiamo mettere o tutti o nessuno, come si fa a non vedere che e’ un atto puramente politico?”. A chi chiede conto a Epifani della sua dichiarazione secondo la quale se Alfano sapeva doveva dimettersi (mettendolo in relazione con le intervista all’ex capo di gabinetto Procaccini) lui replica: “Il problema è cosa sapeva”.
La rottura, ora cristallizzata, è destinata a lasciare cicatrici: “Il Pd non doveva aver paura delle reazioni di Berlusconi – afferma Marcucci – Il fatto è che abbiamo un ministro dell’Interno che ignorava un’azione di polizia, coordinata da uno Stato estero, contro due inermi cittadine. Come diceva Maurizio Ferrini in un popolare show televisivo, non capisco ma mi adeguo alle decisioni assunte”.