In una nota ufficiale tre esperti delle Nazioni Unite giudicano irregolare la procedura di espulsione e chiedono a Italia e Kazakistan un "rapido ritorno" di moglie e figlia del dissidente kazako Ablyazov
Le circostanze dell’espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov danno “l’impressione che si sia trattato di una extraordinary rendition“. Lo affermano tre esperti dell’Onu in un comunicato dell’Alto commissariato dei diritti umani, chiedendo a Italia e Kazakistan un “rapido ritorno” di Alma Shalabayeva e sua figlia nel nostro Paese.
Come si legge sul News Centre delle Nazioni Unite, Francois Crèpeau, Juan E. Mèndez e Gabriela Knaul, rispettivamente esperti sui diritti dei migranti, sulle torture e sull’indipendenza dell’ordinamento giudiziario, ritengono che le azioni delle autorità italiane hanno violato le garanzie del giusto processo e privato la signora Shalabayeva del suo diritto di presentare ricorso contro l’espulsione e di chiedere asilo. “Le circostanze”, secondo gli esperti, “danno l’impressione che fosse di fatto un’extraordinary rendition” e “ci preoccupa molto”. “Siamo incoraggiati – hanno dichiarato i tre esperti – nel vedere che ora l’Italia ha riconosciuto pubblicamente che l’espulsione della signora Shalabayeva e di sua figlia è stata illegittima e inaccettabile”. “Apprezziamo l’impegno delle autorità italiane di effettuare indagini approfondite sul caso”, hanno precisato gli esperti, che invitano “Italia e Kazakistan a proseguire nell’inchiesta ed individuare i responsabili“, di “collaborare” e di “trovare un accordo diplomatico per facilitarne il rapido ritorno”.