Pratiche commerciali scorrette e ingannevoli realizzate attorno a un’opera tanto mastodontica quanto le perplessità che l’accompagnano fin dall’inizio. Consumatori sul piede di guerra, ritardi di consegna e interessi finanziari di primo piano. Sono questi gli ingredienti principali dell’esposto presentato in questi giorni dalla Federconsumatori di Milano e della Lombardia all’Autorità garante della concorrenza e del mercato sul caso CityLife, la società cui è stato affidato l’appalto del maxi complesso residenziale nel quartiere Fiera. Un progetto contestato già a suo tempo e oggi più che mai sotto la lente dopo la richiesta di proroga per fine lavori al lontano 2023. Una data che suona come una beffa per quelle centinaia di acquirenti che già da un anno attendono di poter entrare nei primi 230 appartamenti acquistati anche a 12mila euro al metro quadro e che per il momento non hanno ancora ricevuto nulla. Da qui il ventaglio delle richieste avanzate dall’associazione: dal risarcimento danni all’intervento diretto sui contratti per i quali si chiedono annullamenti, risoluzioni o la riduzione dei prezzi.
La vicenda aveva preso il via alla fine del 2005 con l’adozione del Piano integrato di intervento da parte del Comune con l’obiettivo di riqualificare un’area da oltre 365mila metri quadri nello storico quartiere Fiera. Ad aggiudicarsi il progetto, un affare da oltre mezzo miliardo di euro, una cordata di imprenditori che dà vita ad una società ad hoc: la CityLife, appunto. Vi partecipano inizialmente tre mega gruppi assicurativi: il gruppo tedesco Allianz, la Generali e l’Immobiliare Milano Assicurazioni di proprietà del Gruppo Fonsai dell’onnipresente Salvatore Ligresti, da mercoledì agli arresti domiciliari a seguito dell’inchiesta della Procura di Torino. Nel luglio 2011, Ligresti ha ceduto il proprio pacchetto alla Generali. Il nuovo spazio Fiera è un insieme di progetti ambiziosi con un grande fiore all’occhiello: le tre torri del parco raggiungibili da una nuova linea della metropolitana (MM5). In costruzione, ad oggi, ce n’è soltanto una.
La prima parte dei lavori, tra cui i primi sette edifici con i relativi appartamenti già acquistati, avrebbe dovuto concludersi nella prima metà del 2012 ma, come detto, a oggi nessun inquilino ha ancora ricevuto le chiavi di casa. Il completamento della parte restante delle opere era stato inizialmente previsto per il 2015, data d’inizio dell’Expo meneghino, ma la nuova proroga ha rinviato il tutto al 2023. Il progetto, nel frattempo, è stato ridimensionato causa crisi immobiliare. Tradotto, elementi chiave come la Park Tower, tre edifici residenziali con vista sul piazzale Giulio Cesare dell’architetto Libeskind, il Museo di Arte Contemporanea, il Museo dei Bambini, la scuola materna e il nido non verranno realizzati. Gli abitanti del quartiere, insomma, si troveranno ora a fare i conti, nella migliore delle ipotesi, con altri 8 anni di lavori, per ottenere in definitiva un risultato diverso da quello prospettato inizialmente.
“Il mercato ha bisogno di trasparenza” dichiara Gianmario Mocera, presidente di Federconsumatori Lombardia. “Se qualcuno compra qualcosa valutando una serie di caratteristiche che gli vendono prospettate e poi non le trova, allora è chiaro che questo qualcuno è stato convinto in modo fraudolento. Inserire in un progetto elementi di contorno che in definitiva non verranno realizzati significa indurre l’acquirente all’errore, ovvero prenderlo in giro. Il commercio deve imparare a comportarsi bene verso i consumatori”. Per tutto questo, conferma infine Mocera, l’associazione intende aprire un confronto con CityLife per discutere “caso per caso” i problemi dei proprietari e degli abitanti del quartiere. Non si esclude, in questo senso, la richiesta formale di annullamento dei contratti. La prima assemblea indetta da Federconsumatori con gli acquirenti è prevista per il prossimo 9 settembre allo Starhotels di Viale Andrea Doria nel capoluogo lombardo.