Si è dimessa così, con una lunga lettera in cui traccia un quadro a tinte fosche del suo partito, il Pd. Una parte rivolta alla Sardegna, una parte – molto consistente – ai vertici nazionali – con accuse dirette al segretario Epifani e al premier Letta. Da questa mattina Valentina Sanna non è più presidente dell’assemblea regionale: lascia tutto “da dirigente e da militante”. Con l’intento, e la speranza di continuare “fuori”, così scrive al segretario regionale e senatore Pd, Silvio Lai. Non arriva da una posizione estremista, bensì dalla Margherita. Professione grafico, 44 anni, dice di aver votato “Pci, Pds – sempre a sinistra”. E ha ricoperto la carica dal 2009 a titolo onorario “Senza ricevere un euro. Sottraendo tempo ad altri impegni, come fanno tutti gli attivisti”. Ma ora basta, e va via scrivendo, quasi gridando: “Vergogna”. E cita Enrico Berlinguer, tra un paragrafo e l’altro.
Perché?
L’idea poter cambiare le cose dall’interno – anche grazie al mio ruolo – si è trasformata in vergogna. Sì, per lo schema con cui si gestiscono le cose. Dalle elezioni politiche in poi, tutto è iniziato con le primarie tradite, anche nella mia Isola, il dissenso puntualmente viene messo a tacere e “normalizzato”. E così si allontanano le persone, gli elettori. C’è stato un vero e proprio accanimento della classe politica per uccidere qualsiasi tipo di fiducia e la gente non vota più. Il sistema è sempre lo stesso: per non lasciare i posti chiave si preferisce costruire un’alleanza politica che dire anormale è poco. Il governo nazionale Pd –Pdl è inquietante, ma si copre tutto e si va avanti facendo finta di nulla. In Sardegna c’è il caso dell’ex senatore Pd Antonello Cabras ai vertici della Fondazione Banco di Sardegna : nessun dubbio, nessun tentennamento nonostante i richiami nazionali di Fassina.
Eppure la base ha espresso dissenso proprio per gli episodi citati: l’elezione del Capo dello stato, i 101 franchi tiratori contro il padre del partito Prodi. E l’esperimento del Governo Letta.
Poi tutto passa perché si tratta di persone normali, che lavorano per vivere. E vedono il loro impegno cadere nel vuoto. L’unico interesse dei dirigenti, invece, è mantenere la quantità di consenso necessaria per essere di nuovo eletti. Della vera partecipazione non frega nulla.
Quali reazioni dopo la sua lettera?
Ho ricevuto appoggio da persone comuni che si ritrovano in quello che ho scritto. Ma anche da qualche dirigente regionale e da Pippo Civati che mi ha dedicato un post sul suo blog chiedendomi di restare. La mia comunque non è una sconfitta, ma un’azione politica di contrasto all’allineamento perpetuo.
Il suo punto di riferimento nazionale è Civati?
Lo vedo come l’unico, ora come ora. Anche se ha sbagliato sugli F35 a votare contro. I nostri parlamentari avrebbero dovuto opporsi agli investimenti, annullare le commesse. E invece nulla.
Cosa avrebbe dovuto fare il suo Pd?
Almeno in un’occasione quel che aveva promesso. Ossia spostare i finanziamenti su spese più importanti – così come aveva detto Bersani. In un Paese che è allo sfascio. Ci sono davvero delle emergenze: scuola, istruzione, lavoro. E poi l’imbarazzante caso diplomatico dell’espulsione della moglie e della figlia di un oppositore politico di un regime.
Fiducia o no?
Questa è ancora la questione. Non ci dovrebbe essere nemmeno una riunione sul da farsi. Dimissioni di Alfano e pure del premier Letta su una vicenda così grave, di diritti mancati, di silenzi e complicità istituzionali. E invece il Governo è blindato dallo stesso capo dello Stato Napolitano, tutto in funzione di questa assurda alleanza Pd-Pdl. Per me, e per molti, inconcepibile.
Lei chiede subito la riforma elettorale, cancellazione del Porcellum e scioglimento delle Camere. Ma i tempi sono stretti, non trova?
Si è sempre in emergenza, sotto ricatto. Il 30 luglio si aspetta la sentenza su Berlusconi, senza legge elettorale il Governo non può cadere. E allora fate questa riforma, cancellate il Porcellum anche per decreto. Resterebbe il Mattarellum, comunque meglio del sistema attuale. Ci si sono i margini per far capire alla gente che si è rinsaviti. Ma il tema non pare all’orizzonte.
Da qui gli attacchi a Epifani e Letta proprio sul caso Berlusconi: “Si sono limitati a dire che rispettano la sentenza della magistratura quando invece avremmo dovuto votarne l’ineleggibilità”.
Hanno fatto dimettere il ministro Idem per l’Ici non pagata e cosa dovrebbero fare davanti a una condanna come quella di Berlusconi? Dovrebbe cadere automaticamente il Governo. Siamo arrivati a farci passare delle questioni abnormi come delle cose normali. Non stanno facendo il bene comune, anzi proprio nulla. Peccato per Epifani, è una brava persona. Ma con certe dichiarazioni sta buttando al macero 40 anni della sua storia.
Nella lettera parla anche di un eventuale appoggio Sel e M5S sulla riforma elettorale. Pensa si possa collaborare con il Movimento?
Per come è fatto ora il Pd capisco che siano loro a non voler collaborare, non ci voglio collaborare io che sono dentro da una vita. Ma, perché no? Anche loro hanno qualche aspetto da perfezionare sul fronte democrazia interna.
Lei parla di un “destino fatale” che attende il Pd, che cosa intende?
Temo che si riduca a partitino di dirigenti, della casta. Così resta un processo non realizzato, un contenitore. Senza la linfa delle persone ci si accanisce a tenerlo in vita.