La mamma degli stupidi è sempre incinta.
Dopo la condanna a un anno e un mese e all’interdizione per tre anni dai pubblici uffici di Dolores Valandro, ex consigliere leghista di quartiere di Padova, che un mese fa postò su Facebook un commento sulla ministra Kyenge: “Mai nessuno che se la stupri…”.
Dopo l’offesa del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli alla Kyenge dal palco di Treviglio nel Bergamasco: “Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango”.
Ora tocca al ”torni nella giungla” riferito sempre alla Kyenge. Il mezzo per diffamare e offendere è sempre Facebook. L’insulto arriva dall’estremo Nord del Paese, dal Trentino, terra che non ha mai dato grandi problemi di integrazione e tolleranza. Ma occorre ricredersi. Il consigliere circoscrizionale di Trento Paolo Serafini sulla propria pagina Facebook ha postato queste parole sul ministro Cecile Kyenge: che “torni nella giungla”, come uno scimpanzé. Una frase, infatti, corredata da foto di scimmie e da altre frasi analoghe. La reazione è stata immediata: l’espulsione del consigliere da Progetto Trentino, movimento a cui Serafini aveva aderito dopo l’uscita dalla Lega Nord e dopo aver aderito all’Upt. Lo stesso partito di Lorenzo Dellai, capogruppo di Scelta Civica alla Camera per Monti.
La ministra Kyenge, di fronte alla valanga di insulti, ha dimostrato la sua solidità umana: ha mantenuto calma e ha fatto dichiarazione dirette, precise, decise, mai in risposta ai razzisti e agli intolleranti del momento. Una donna dall’alto profilo umano. Ma Calderoli è un recidivo, mai veramente pentito, visto che ripropone frasi razziste in ogni occasione. Tuttavia occorre riflettere: l’Italia non è razzista ma tollera i razzisti. E’ giusto? Dobbiamo continuare a sopportare questa situazione? Non credo! Forse è arrivato il momento che il coro dei razzisti sia sciolto.