Appena lo hanno riconosciuto gli hanno lanciato un bicchiere con del caffè e poi lo hanno colpito. Poco dopo lui ha commentato: "Solo una piccola minoranza fascista che vorrebbe che io non facessi il mio dovere". Settimana scorsa era stato aggredito il sindaco di Atene
Aggressione per il ministro della salute greco, Adonis Georgiadis, colpito da pugni e schiaffi fuori da uno degli ospedali ateniesi che vorrebbe chiudere, l’Attika Hospital: ed è il secondo episodio in meno di una settimana, dopo quello capitato al sindaco di Atene. In Grecia la tensione è altissima e non solo per il via libera del governo ai 25mila licenziamenti nel pubblico impiego da realizzare a settembre, ma perché i cittadini vivono drammaticamente il distacco della politica e il cinismo con cui tali misure sono poste in essere.
Dopo che anche l’Europa ha certificato che un greco su tre è a rischio indigenza, è la casta ad essere presa di mira, dal momento che non ha provveduto né a ridursi stipendi e benefit, né a perseguire quella trasparenza annunciata in comizi e discorsi, visto che ad esempio il divieto per i politici di cumulare le proprie pensioni varrà da quelli eletti dal 2013 in poi: salvando quindi tutti gli altri. E questa mattina un gruppo di manifestanti che protestava contro la decisione del ministero di chiudere quattro ospedali ad Atene, si è tramutata in violenza. Non appena lo hanno riconosciuto all’ingresso della struttura, gli hanno prima lanciato un bicchiere con del caffè e poi gli hanno sferrato un pugno in faccia e uno schiaffo sul collo.
I segni dell’aggressione sono ancora visibili sul volto e sul collo del ministro, come hanno riferito alcuni impiegati del ministero quando lo hanno visto rientrare in sede. E pensare che Georghiadis aveva detto pochi minuti prima dell’episodio di non aver alcun timore nell’affrontare i cittadini, per questo aveva voluto toccare con mano la protesta e scendere a piedi verso i dipendenti che protestavano. Il suo primo commento, però, è stato di altro tenore: “Solo una piccola minoranza fascista che vorrebbe che io non facessi il mio dovere”. Come per voler tirare in ballo i militanti e i simpatizzanti del partito neonazista di Alba dorata che secondo lui si sarebbero infiltrati nella protesta, tesi peraltro smentita dagli stessi manifestanti.
L’episodio di oggi accade a meno di una settimana dall’aggressione al sindaco di Atene, Iorgos Kaminis, preso a pugni dopo il nulla di fatto del tavolo tecnico sui licenziamenti dei vigili ateniesi. Il nome di Gheorghiadis, prima che essere noto in quanto neo ministro nel rimpasto di governo di un mese fa, è saltato agli onori della cronaca nell’ambito dell’inchiesta sulla Lista Lagarde, l’elenco degli illustri evasori ellenici: al pari del ministro della Marina, Miltiades Varviziotis, i suoi parenti compaiono in quella lista. Mentre uno dei faccendieri più in vista nel Paese, Xristos Markoiannakis, coinvolto in uno scandalo per l’acquisto di elicotteri militari, è il presidente della commissione parlamentare sulla Lista Lagarde.
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