Dopo quello sulle start up, un altro dei provvedimenti simbolo del governo Monti per i giovani rischia di rimanere incompiuto. L’Associazione sindacale dei notai della Lombardia punta i riflettori sulle società a un euro per gli under 35, affossate sul nascere dalla difficoltà di accedere al credito. Il rapporto diffuso oggi evidenzia che il 60% delle 12.973 nuove aziende, tra srl semplificate e a capitale ridotto iscritte nel registro delle imprese al 31 maggio 2013, è inattivo ed “è quindi ragionevole sollevare il dubbio che molte siano scatole vuole che stentano a partire anche a causa della bassa capitalizzazione e della conseguente difficoltà a trovare finanziamenti”.
“A quasi un anno dalla loro entrata in vigore le nuove tipologie di srl debuttano per rilanciare economia e occupazione, ma i risultati destano non poche perplessità sulla reale efficacia della normativa che le ha introdotte”, spiega il dossier, sottolineando che al 31 marzo 2013 il 90% delle società costituite ha dichiarato di non avere personale. E che, quanto alla capitalizzazione, le società costituite con un euro di capitale sociale sono il 17% del totale, il 45% delle nuove srl è stato costituito con meno di 500 euro di capitale sociale e il 19% delle società ha un capitale sociale compreso tra i 500 ed i 900 €.
“L’analisi e i numeri dimostrano come queste società non risultano ancora funzionali ai propositi di creare occupazione, rilanciare l’economia o attrarre nuovi capitali dall’estero”, ha dichiarato Domenico Chiofalo, presidente di Federnotai Lombardia, segnalando che “occorre eliminare le ombre e le perplessità che ancora persistono con l’attuale normativa”. Mentre Enrico Sironi, consigliere nazionale del Notariato, ha precisato che “al di là della gratuità dell’intervento del notaio non sono al momento previste altre agevolazioni nella filiera”.
Sironi ha poi spiegato che “gli imprenditori restano soffocati da tempi autorizzativi decisamente superiori agli standard europei, da fisco e oneri contributivi eccezionalmente alti e da fonti di finanziamento molto ridotte”. Occorre quindi “migliorare gli strumenti a disposizione e siamo pronti come interlocutore tecnico a contribuire alla soluzione dei problemi, in un percorso di collaborazione con il decisore politico nel comune interesse del Paese”.