Ci sarebbe una soluzione: fare la legge elettorale. Averla fatta tempo fa avrebbe reso tutto il dibattito sul caso Shalabayeva molto più sereno.
Vincolare sempre tutto all’equilibrio precario del castello di carta di questo governo è un errore che non ci possiamo permettere. Lo spettro di nuove elezioni inconcludenti, che consegnerebbero al nostro Paese una maggioranza poco chiara e politicamente non omogenea, terrorizza tutti ed è di questo spettro che ci dobbiamo liberare il prima possibile.
Magari senza di esso avremmo potuto andare a verificare davvero le responsabilità concrete del ministro Alfano, senza dover per forza farne una questione di tenuta del governo.
E non c’entra niente la responsabilità oggettiva, c’entra la responsabilità politica. E magari, se davvero volessimo affrontare le questioni nel merito e non farne solo una questione di tifoserie, potremmo laicamente cominciare a valutare anche le responsabilità politiche del ministro Bonino, perché forse al ministro degli esteri più che a quello degli interni dovrebbe essere richiesta la conoscenza degli equilibri internazionali.
Il fatto è che non parliamo di politica, abbiamo smesso molto tempo fa. Parliamo di come un equilibrio di potere tira a campare o di come farlo saltare. Le questioni vere sono rinviate, ogni dibattito reale che emerge in parlamento è congelato, aggirato o occultato in funzione di un fine ultimo: la tenuta del governo Letta.
Penso che ad essere sbagliato sia proprio il fine, del governo in sé e di chi lo compone poco dovrebbe interessarci, il fine per cui lavorare tutti dovrebbe essere dare un futuro al nostro Paese. E se questo governo non è la soluzione dovremmo essere pronti a dare al Paese un governo migliore. In ogni momento.
Per questo ripenserei alla clausola di salvaguardia e alla mozione dell’onorevole Giachetti, alla proposta di abolire intanto il porcellum, forse discutibile per i tempi, i modi ed i retro pensieri, ma drammaticamente opportuna nel merito.
Ripresentarla e votarla potrebbe liberarci da almeno una parte delle nostre paure. Pensiamoci.
@lorerocchi