Si sente un dispiacere autentico per la morte di Cerami; scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, perfino paroliere brillantissimo. L’ho conosciuto giovane, timidissimo, al festival dell’Unità di Pistoia. Aveva appena pubblicato il secondo romanzo : non era il posto giusto per un libro difficile e ambizioso, chiese a me e ad altri di preparare qualche domanda. Ma voglio ricordarlo per un altro aspetto. lo invitammo a Lucca per tenere un corso di sceneggiatura, nell’ambito di una manifestazione dedicata alla scrittura che si chiamava Oltre le Mura.
Al suo corso si iscrissero in 50 : Cerami era un “professore generoso”, con quell’aria da gattone ironico condivideva generosamente la sua enorme esperienza, non guardava l’orologio ed era sempre disponibile con i ragazzi. Questo non gli impediva di essere severo. Chiese a tutti di scrivere un soggetto, breve perché i produttori nun c’hanno voya di leggere. Li bocciò tutti, e le motivazioni mi convincevano: gli chiesi però di farmi un esempio di uno che funzionava: “un padre convince il figlio che il campo di concentramento è un gioco”. Ebbi un moto di sorpresa e lui disse : “ecco, ti deve fare questo effetto”.
Non gli piaceva stare solo, prese l’abitudine di pranzare a casa nostra, ed era uno spasso; un affabulatore formidabile, a suo agio con chiunque ci fosse, “uno che non se la tira”, sintetizzò un amico. Sembrava che ci fosse sempre stato. Ci fece ridere fino alle lacrime, eppure c’era sempre una vena vagamente malinconica.
Ci parlò del professor Pasolini, che aveva avuto alle medie e anni dopo lo aveva introdotto nel mondo del cinema, in Uccellacci e uccellini. Io pensai che anche lui avrebbe dovuto fare il professore. Tempo dopo scrisse la recensione di un mio libro, ma era anche una sorta di profilo di personalità : sapeva osservare, e molto bene, senza parere. Qualche tempo dopo ci invitò a Roma a vedere Canti di scena, musiche di Piovani: volle che restassimo a cena dopo lo spettacolo, e c’erano Piovani, Benigni, Curzio Maltese. Gli amici di sempre, che hanno ritirato per lui il David. Era uno che si faceva voler bene.