Il borgo medievale a 20 chilometri dalle spiagge di Senigallia è bonariamente considerato "la città dei matti". Una fama corroborata da numerose leggende, prima fra tutte quella del "Pozzo della polenta". Che viene celebrata dal 18 al 21 luglio
C’è un pozzo della polenta e c’è una casa che non c’è. Qui è nata Maria Goretti, la santa bambina, e il centro storico è rimasto al Medioevo. E poi ci sono le leggende, tutte imperniate sulla geniale follia che sembra accomunare gli abitanti del luogo. Ecco alcune delle ragioni per venire a Corinaldo, borgo delle Marche a una ventina di chilometri dale spiagge di Senigallia, che ha l’originale primato di essere la “città dei matti”. L’appellativo, oltre che alle storie tramandate da secoli, si deve ai ben più recenti libri del giornalista-fotografo Mario Carafoli, che racconta, con affetto, la pazzia dei corinaldesi.
Cosa vedere. Qualche esempio di follia locale? La storia più celebre è quella del Pozzo della Polenta. Nel Quattrocento il tiranno del borgo – Antonello Accattabriga – fece costruire un pozzo proprio in mezzo alla strada principale, la via della Piaggia (si chiama ancora così), impervia con i suoi 100 scalini. Un pover’uomo, con un sacco di farina sulle spalle, si sedette sul bordo del pozzo per riprendere fiato, ma il sacco si ruppe e l’intero contenuto vi cadde dentro. Leggenda o verità non è dato sapere, ma si narra che il poveretto si calò nel pozzo per riprendere il prezioso ingrediente. Non vedendolo risalire, le pettegole del paese lo accusarono di essere rimasto lì sotto a mangiarsi la polenta di nascosto, e così altri scesero nella voragine per partecipare al banchetto. Proprio a questa vicenda è dedicata la più famosa festa del paese, La Contesa del pozzo della Polenta, che nel 2013 si svolge dal 18 al 21 luglio. Per quattro giorni il borgo torna nel passato, con balli, assaggi, cortei in costume e gare fra arcieri.
L’altro “capolavoro” della follia dei corinaldesi si trova sempre in via della Piaggia: a metà della strada sorge la casa dello Scuretto. Guardate bene: della casa, esiste solo la facciata… Questa la storia: nei primi del Novecento il ciabattino Gaetano, per tutti Scuretto, amava molto più bere nelle osterie che dedicarsi al lavoro. Così suo figlio, decisamente più intraprendente, partì per cercare fortuna in America. Dall’altra parte dell’Oceano, il ragazzo mandava al padre i soldi neccessari per costruire una casa. Ma i dollari finivano tutti nel bicchiere, anzichè in mattoni e cemento. Il figlio, sospettoso, chiese al padre la documentazione fotografica dei lavori fatti: Scuretto non si perse d’animo e in un lampo costruì la facciata della casetta, con finestre e numero civico, fece la foto e la mandò in America. Il ragazzo continuò a mandare soldi, ma la casa è rimasta così.
Cosa fare. A Corinaldo, borgo annoverato tra i più belli d’italia, si respira aria di mare in un’atmosfera da film di cappa e spada. Il paese è circondato a mura quattrocentesche – percorribili anche dall’alto – e conserva bei palazzi nobiliari. Tra i vicoli del centro storico, attraversato dalla scalinata di via della Piaggia, vale la pena dare un’occhiata al Palazzo Comunale, in stile neoclassico e con un arioso loggiato su via del Corso, al Teatro Comunale Goldoni e al settecentesco ex Convento degli Agostiniani, riconvertito in albergo. Per chi vuole ricordare Maria Goretti, nata a Corinaldo e martirizzata nel 1902, c’è il Santuario a lei dedicato: in quello che in origine era il monastero oggi ci sono la biblioteca comunale e il Museo Sala del Costume e delle Tradizioni Popolari.
Cosa mangiare. Oltre agli insaccati, alla porchetta e ai buonissimi tagliolini grano e fava, qui si producono vini eccelllenti. Da provare il bianco Garofanata di Corinaldo, oltre ai rossi del territorio come il Piceno.