Roma, sera del 16 luglio. Da poche ore, grazie al Pd, il programma F-35 ha definitivamente superato l’ostacolo parlamentare delle mozioni contrarie presentate dalle opposizioni. Ci sarà un’indagine conoscitiva, ma quella non desta particolari preoccupazioni. A Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano, si festeggia. Al ricevimento organizzato da David Thorne ci sono i massimi vertici militari italiani e statunitensi del programma F-35 e i rappresentanti delle principali aziende della difesa dei due paesi, tra cui il nuovo presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro.

Tra gli invitati ci sono anche dei parlamentari: il sottosegretario alla Difesa Roberta Pinotti (Pd), il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre (l’amico di Dell’Utri e dei furbetti del quartierino coinvolti nella scalata illegale Unipol-Bn) e il vice presidente della commissione Difesa della Camera, Massimo Artini (M5S). Chiacchierando con i suoi ospiti, Thorne ha spiegato le motivazioni per le quali l’Italia “deve” mantenere gli impegni presi rispetto al progetto F-35. Prima ha parlato della “stretta alleanza” che unisce Italia e Stati Uniti e che è andata rafforzandosi negli ultimi dieci-quindici anni con la partecipazione italiana alle operazioni militari internazionali, dai Balcani all’Afghanistan, dal Medio Oriente al Nord Africa.

Dopo questo preambolo, l’ambasciatore è stato particolarmente schietto, affermando che con gli F-35 l’Italia continuerà a essere uno stretto alleato di Washington, ad avere voce in capitolo quando si tratta di prendere decisioni su aree di crisi e sicurezza internazionale e a rimanere tra gli alleati Nato di alto livello continuando a giocare un ruolo di leadership. Un modo diplomatico per far capire che dalla decisione italiana sugli F-35 dipenderà il futuro status internazionale del nostro paese. L’ambasciatore americano ha quindi auspicato un “impegno continuativo” dell’Italia sul programma Joint Strike Fighter, che dimostri agli alleati che gli italiani ritengono “essenziale per la sicurezza futura del loro paese” cooperare con gli Stati Uniti nel campo della difesa.

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