Sentenza del gip di Grosseto contro i cinque co-imputati del capitano Schettino per il naufragio della nave da crociera. Il capo dell'unità di crisi della compagnia, Roberto Ferrarini, ha patteggiato due anni e dieci mesi. Ritenuti colpevoli anche l'ufficiale di plancia Ambrosio e il timoniere Rusli Bin. I legali delle vittime: "Giustizia vergognosa"
Prime condanne per i 32 morti nel naufragio della Costa Concordia. Il giudice dell’udienza preliminare di Grosseto Pietro Molino ha confermato tutti i patteggiamenti per 5 co-indagati del comandante Francesco Schettino: Ciro Ambrosio, Silvia Coronica, Jacob Rusli Bin, Roberto Ferrarini e Manrico Giampedroni, tutti accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Ma tra i legali di parte civile è rivolta per l’eseguità delle pene inflitte con il patteggiamento accettato dal gip.
Nessuno dei condannati andrà in carcere. La pena più alta patteggiata è per il capo dell’Unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, a 2 anni e 10 mesi. L’hotel director della Costa Concordia Manrico Giampedroni ha patteggiato 2 anni e 6 mesi. L’ufficiale in plancia Ciro Ambrosio ha avuto 1 anno e 11 mesi, l’altro ufficiale Silvia Coronica 1 anno e 6 mesi, il timoniere Jacob Rusli Bin 1 anno e 8 mesi.
La Concordia naufragò di fronte all’isola del Giglio il 13 gennaio del 2012. Morirono 32 dei 4.229 passeggeri della nave da crociera. Il comandante della nave, Francesco Schettino, sta affrontando il processo come imputato delle accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
“Con queste prime condanne non ci sono più dubbi sulle gravi responsabilità di Schettino”, ha commentato il procuratore di Grosseto Francesco Verusio. “Le condanne di oggi partivano da pene molto più alte e poi sono state graduate in base al diverso contributo causale dato all’incidente da questi co-indagati”.
Ma queste prime condanne sono state accolte con forti critiche degli avvocati di parte civile. “Questa è una giustizia vergognosa, sono pene da abuso edilizio, non da omicidio”, ha commentato l’avvocato Massimiliano Gabrielli, del pool Giustizia per la Concordia. “Si dà un anno e 11 mesi all’ufficiale di plancia e 7 anni a Emilio Fede. Questa è la giustizia in Italia”. Stessa linea per il collega Daniele Bocciolini: “Ce lo aspettavamo, ma sono patteggiamenti ingiusti. C’è un’evidente disparità di trattamento tra questi e Schettino, il processo è monco, non è normale che Schettino sia l’unico colpevole e che tre patteggiamenti siano sotto i 2 anni”. Mentre l’avvocato di Sos Concordia, Pierpaolo Lucchese, che rappresenta gli abitanti del Giglio, ha annunciato un ricorso in Cassazione rispetto ai risarcimenti dei danni. Già l’accoglimento delle richieste di patteggiamento, che consente di tagliare fino a un terzo della pena, aveva provocato le proteste delle parti civili.
“Siamo molto contenti per questa sentenza, sono state accolte tutte le nostre richieste”, ribatte l’avvocato Salvatore Catalano, legale di Ciro Ambrosio, il secondo ufficiale che la sera del naufragio era in plancia e vice del comandante Francesco Schettino. “Voglio ringraziare la Procura di Grosseto che si è dimostrata serena e molto giusta e il giudice e il gup particolarmente intelligente”. Ambrosio ha patteggiato la pena di 1 anno e 11 mesi ed è stato l’unico fra i cinque che hanno patteggiato a vedersi riconosciuta l’attenuante di essersi prodigato per dare soccorso ai passeggeri e portare in salvo le persone a bordo nelle fasi successive all’urto contro gli scogli nell’Isola del Giglio.
Catalano ha annunciato che la prossima settimana si recherà al ministero delle Infrastrutture e trasporti per presentare un’istanza di richiesta del documento che autorizza Ambrosio a condurre navi, e che era stato sospeso a causa dell’inchiesta sul naufragio. Ambrosio, 30 anni, è stato anche riferito dal suo legale, non ha più navigato dal giorno del naufragio del Giglio e lavora negli uffici di terra di Costa Crociere con mansioni diverse dal suo percorso professionale.