Società

Royal Baby, beato un popolo che non ne ha bisogno

Sono tre settimane che una legione di fotografi e cameramen bivaccano in un recinto transennato davanti a St Mary’s Hospital di Paddington, per non perdere il momento fatidico. Il Telegraph addirittura fa una diretta live dalle 4 di mattina alle 11 di sera per inquadrare il portone dell’ospedale. I giornali britannici (e non solo) seguono con apprensione ogni mormorio, voce, indiscrezione sul pupo. La data era il 13? No, sbagliato, forse era il 19. Ma ora forse si pensa che il D-day sarà tra il 22 e il 23, perché il Baby Royal sarà un leone. Gli spifferi di palazzo, riportati con dovizia di pettegolezzi da tutti i tabloid, sono debordati anche sui giornali seri, e pure il Guardian si è chiesto se il nascituro, terzo nella linea di successione, sarà allattato al seno (cosa mai accaduta prima nella storia).

Gli allibratori britannici stanno facendo un sacco di soldi per le scommesse su nome, sesso, peso eccetera. Non si parla d’altro e le televisioni sono piene di speciali sui reali da piccoli, foto di bambini in merletti e vestitini e scarpine e passeggini. Gli alberghi fanno promozioni legate all’evento e a Londra ci sono mostre dedicate ai Royal Baby nella storia, con le culle e i vestiti di re Giorgio e della regina Vittoria.

Quindi è una questione di business? Con Londra piena di turisti, la vendita di gadget e souvenir aumenta di giorno in giorno. Il merchandising legato al Royal Baby è un vero affare. Secondo il Centre for Retail Research, tra tazze, piatti, cuoricini, orsacchiotti e memorabilia varia saranno spesi 80 milioni di sterline e altri 76 milioni in libri, biglietti e dvd. Mentre per festeggiare il lieto evento i sudditi spenderanno 87 milioni, in champagne, dolci, alcool e altre libagioni.

E’ business ma non solo. Se Michelle Obama fosse incinta, sarebbe una notizia punto e fine. Da quando Kate Middleton ha il pancione, c’è un’euforia per me incomprensibile. Non è solo il solito panem et circenses. C’è qualcosa di perverso in questa cosa, ed è l’attesa del bambino perché sarà un futuro re d’Inghilterra, ammesso che la monarchia riesca a sopravvivere quando la amatissima regina Elisabetta sarà passata a miglior vita e il principe Carlo, picchiatello e stravagante tanto odiato dai sudditi quanto era adorata la sua defunta ex moglie lady Diana prenderà in mano lo scettro. 

Il mistero del bebè reale si capirà quando si riuscirà a spiegare come sia possibile, nel XXI secolo, che il 77 per cento del popolo britannico sia favorevole alla monarchia e possa accettare l’idea che un bambino non ancora nato sarà per grazia divina destinato a regnare su una intera nazione (è solo un potere fittizio, ma ce l’avrà). 

Beato un popolo che non ha bisogno di Royal Baby.