Dopo mesi di porte chiuse, dopo una trasferta in Germania (a Essen, dove ha sede la Thyssenkrupp), dopo tavoli saltati, qualcosa si muove. All’indomani della decisione degli operai di bloccare la fabbrica giorno e notte, la vertenza Berco segna un passo in avanti.
Nel corso dell’incontro al ministero a Roma l’azienda si è detta disposta a trattare. Una trattativa definita dalle parti “aperta a 360 gradi”. È presto per dire se la lady di ferro nominata dalla Thyssen, l’ad Lucia Morselli, abbia seppellito l’ascia di guerra in merito ai 611 licenziamenti, di cui 430 solo a Copparo, in provincia di Ferrara, sede dello stabilimento principale del gruppo. Intanto però si incominciano a valutare ipotesi alternative, dalla cassa integrazione ai prepensionamenti, proposte dalle istituzioni per ammorbidire il drastico impatto occupazionale.
Le valutazioni saranno affidate a un gruppo di lavoro composto dalle parti sindacali, dall’azienda e, come parte terza, dallo stesso ministero per lo sviluppo economico. Gruppo di lavoro che ha avuto il tempo di avviare solo una prima ricognizione dei problemi da affrontare, per poi aggiornare la seduta a mercoledì 24 luglio sempre a Roma.
Per i ‘colori’ ferraresi era nella Capitale la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, che parla di “incontro positivo” e di “importante apertura al dialogo e disponibilità a trattare”. Non si apre ancora all’ottimismo la Fiom, con il segretario provinciale Mario Nardini che parla al momento di “un’apertura generica” che aspetta di entrare “nei particolari che si comincerà a valutare mercoledì”. Incrocia le dita invece il sindaco di Copparo, Nicola Rossi, per il quale “ogni più piccolo passo in avanti è da considerare una conquista ed ora non resta che attendere mercoledì la chiusura delle posizioni sulle quali vi è stata oggi apertura, con la conferma da parte della Thyssen”.