Apre a Reggio Emilia ‘Pluto’, la prima struttura residenziale pubblica, aperta tutto l’anno e completamente gratuita, dedicata al recupero dei giocatori d’azzardo patologici. Qui, seguiti giorno e notte da operatori e psicologi del Centro Papa Giovanni XXIII, sei persone, cinque uomini e una donna, tutte di età compresa tra i 40 e i 50 anni, trascorreranno la loro estate, cercando di liberarsi dalle sabbie mobili del gioco. “Giocavo con qualunque cosa: bingo, poker, slot machine e gratta e vinci”, racconta uno degli ospiti della casa. “Erano la mia vita, mi alzavo e avevo in testa solo quello: come mangiare, dormire, andare al lavoro”. Lui fa parte di quell’esercito caduto nella malattia del gioco, che oggi in Italia conta quasi 1 milione di persone. A giocare più spesso sono disoccupati e cassaintegrati, a volte ammaliati da pubblicità che promettono vincite da sogno. In edicola sul Fatto del Lunedì un viaggio tra le sale slot, i nuovi casinò aperti 24 ore su 24, e i racconti di chi, davanti alle macchinette delle video lottery, ha bruciato tutta la sua vita  di Giulia Zaccariello

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