“Emilio Fede condannato a sette anni di reclusione per non avere fatto niente è una vergogna. Gli stupratori e gli assassini prendono meno, Michele Misseri ha preso meno“. E’ incontenibile l’ex direttore del tg4, intervenuto a “La Zanzara”, su Radio24. Se alle battute iniziali dell’intervista Fede sfoggia boutade ed arguzie sparse, nei minuti successivi perde le staffe al punto da chiudere la comunicazione telefonica e mandare a quel paese i conduttori, Giuseppe Cruciani e David Parenzo. “Io non ho fatto niente, è una vergogna” – lamenta il giornalista, commentando la sentenza di condanna a sette anni di carcere nell’ambito del processo Ruby bis per induzione e sfruttamento della prostituzione. E attacca con veemenza le sue tre accusatrici e testimoni del processo, Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil: “Hanno detto delle falsità totali, sono tre bugiarde a fin di soldi. Penalmente le perseguiterò per tutto il resto della mia vita. Una di loro, poverina” – continua, scimmiottando una delle tre – “diceva di non aver mai visto una donna nuda e di essere rimasta sconvolta. Certo, si prostituiva per mantenere la famiglia e dunque ha visto altre cose nude. E’ una buffonata”. Fede rivela di aver sentito telefonicamente il Cavaliere: “Ha avuto per me parole di affetto. E’ rimasto sorpreso per il fatto che ero euforico. Quando è stata pronunciata la sentenza, ero in una “spa” vicino a Milano a “farmi” mani, piedi e un massaggio fisioterapico alla schiena“. E aggiunge: “Io non tradirò mai Berlusconi, mi accollerei per lui pure la sentenza della Cassazione per Mediaset, andrei in galera al posto suo“. Fede si dichiara sicurissimo della solidarietà della gente: “La giustizia è in crisi e soffre di poca credibilità. La corte che ha emesso questa sentenza avrà qualche problema di fronte all’opinione pubblica, che è assolutamente dalla mia parte. Questo è un processo che ha detto solo falsità”. E sulle dichiarazioni compromettenti di Lele Mora, afferma: “Mora è un uomo allo sbando perché è stato in galera e non ha un lavoro. Si è trovato una carica di responsabilità addosso che schianterebbe chiunque. Ad Arcore non c’era nessun degrado come ha detto lui” di Gisella Ruccia