E’ stata una via di mezzo tra un’inaugurazione della Biennale e un party in stile Come eravamo. Michela Moro e Alan Journo, lei esperta d’arte e pimpante blogger, lui trendsetter e scopritori di talenti modaioli (ricordi ex patron di Camomilla, in piazza di Spagna?, ndr) entrambi appassionati collezionisti. Sposati da vent’anni formano una spa (leggasi società per amore & società per arte) e per il loro anniversario di matrimonio hanno invitato galleristi e artisti, designer e amici. E per l’occasione hanno anche inaugurato la nuova casa nel cuore della Milano viscontea.
Arriva Maria Cristina Petroni, ex stilista Hermes, adesso disegna la maglieria Dior, con un mega pacco infiocchettato, ha difficoltà a entrare per la porta. “E’ un vaso a forma di goccia di …(vattelo a pesca…) Speriamo che gli piaccia. Altrimenti lo possono sempre mettere in cucina”.
Signore e ventagli. Cecilia Nesbitt, la sora di Camilla, chiacchiera con l’artista del cemento Carla Milesi, sotto la video installazione di vetro rotto del coreano Lee Yong Baek, presentato alla Biennale del 2011. Da tenere d’occhio le giovanissime e graziosissime designer Leanne (inglese) e Tsao (cinese), insieme hanno griffato la loro prima collezione di accessori Cloister (che è anche un bloog www.cloister.it). Austera la disegnatrice di gioie Donatella Pellini. Barnaba Fornasetti contempla compiaciuto la collezione di suoi piatti/calendari in ceramica. Antonella Boralevi è estasiata davanti alle nature morte di Keith Tyson.
Signori e zoccoli di pelo: come quelli sfoggiati dall’esuberante artista argentino Daniel Gonzales (fresco di vernice di un dissacrante “Balcone di Romeo” a Verona fatto di luce al neon). La sposa, come da iconografia, era bellissima, in Missoni vintage argantè. Lo sposo, di bianco vestito come sempre, dava il là alla band jazz e tutti a dimenarsi sulle note di Body and Soul. L’archistar Antonio Citterio ancheggia a ritmo con Gilda Bojardi, direttore di Interni, mentre il gallerista Paolo Curti dedica agli sposi Besame mucho.
P.S. Mi racconta un famoso banchiere (ma chiede l’anonimato) che la sera prima del clamoroso arresto Giulia Ligresti era a cena in terrazza con amici comuni. Giulia, imprenditrice a tutto tondo, neo/presidente di Premafin, tra tanti sfizi (oltre uno sfarzoso matrimonio bis in quel di Taormina) si è tolta anche quello di disegnare una collezione di borse le “Gilli Cube” e di aprire un negozio in via Sant’Andrea. “Bella e algida come un ghiacciolo”, dicono. Ai polsi avvezzi a brillare di gioielli sono scattate le manette qualche ora dopo all’alba. Chissà se aveva digerito le bollicine.