I ministri degli Affari Esteri Ue hanno raggiunto un accordo per l’iscrizione dell’ala militare dell’Hezbollah libanese nella lista nera del terrorismo. E’ previsto il mantenimento di aiuti finanziari e umanitari. Nel corso della discussione, durata circa un’ora, due terzi dei ministri presenti sono intervenuti. Tra questi Gran Bretagna, Francia, Germania, Paesi Bassi e Portogallo assolutamente a favore. Dubbi sono invece emersi dagli interventi di Paesi come Italia, Irlanda, Malta e Finlandia.
La decisione ha destato grandi polemiche in Libano. “L’Unione Europea”, ha dichiarato Adnan Mansur, il ministro degli esteri citato da al Manar, la tv del “partito di Dio”, “ha subito forti pressioni per decidere di inserire l’ala armata del movimento sciita libanese Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroriste. Alcuni Stati hanno esercitato forti pressioni sull’Unione”, ha detto Mansur senza precisare a quali Stati si riferisca. Al momento non v’è alcuna reazione ufficiale da parte di Hebzollah.
La ministra israeliana per la giustizia, Tzipi Livni (che coordina anche le trattative di pace con i palestinesi), si è felicitata per la decisione. In un comunicato la Livni rileva che “finalmente, dopo anni di dibattiti e di titubanze, è giustamente fallito il tentativo di argomentare che l’attività politica degli Hezbollah ‘sdoganerebbe quella terroristica”. Scettica invece Emma Bonino. L’Italia è arrivata a Bruxelles con l’idea di “non bloccare l’unità” europea sul tema, nonostante le riserve. Importante viene comunque ritenuto il mantenimento degli aiuti finanziari, umanitari e del dialogo politico col partito sciita, punti che sono stati inseriti nell’accordo. Inoltre è prevista una clausola di revisione tra sei mesi.