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Lucio Dalla, ultimo schiaffo ad Alemanno: in vendita la casa dove viveva

I familiari, intervistati da Il Resto del Carlino, confermano la decisione di vendere l'appartamento dove abitava il compagno del cantante. La scelta sarebbe dettata dalla necessità di pagare le spese di avvocati e i costi di successione
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Gli eredi di Lucio Dalla alla ricerca di acquirenti per l’appartamento dove viveva Marco Alemanno. A confermarlo sono gli stessi parenti del cantautore che hanno spiegato la necessità di vendere con l’incombenza delle spese di avvocati e i costi successione molto alti. “Abbiamo fatto delle scelte in base a Lucio stesso e quell’appartamento è stato uno degli ultimi acquistati, a cui lui era meno legato. L’idea di vendere c’è, ma è ovvio che bisogna anche vedere se è fattibile. Stiamo valutando”, ha spiegato al Resto del Carlino Simone Baroncini, nipote ed erede dell’artista.

Alemanno viveva in un appartamento molto grande, due mila metri quadri, con due camere, una cucina e un sottotetto sempre in via D’Azeglio, a pochi metri da Piazza Maggiore, la piazza Grande della canzone. Il palazzo in cui è ospitato l’appartamento in vendita è lo stesso in cui Lucio Dalla aveva la sua residenza principale, quella aperta alla fine del 2012 al pubblico in occasione delle giornate del Fai. I due appartamenti erano comunque separati.

Dopo la morte dell’artista e l’assegnazione dell’eredità ai parenti di Dalla, Alemanno aveva scritto una lettera ai parenti dicendo che entro l’agosto successivo avrebbe lasciato quell’appartamento con cui aveva condiviso molti anni con Dalla. Poi in un’intervista aveva sfogato tutta la propria rabbia. Ormai, dopo la morte di Lucio si sentiva un signor nessuno: “Mi hanno tolto le chiavi, cambiato le serrature. Ho solo la parte mia. C’è un curatore, che sta in mezzo, tra me e i cugini. Fui obbligato a fare un inventario, perfino sul mio computer. I parenti quel giorno presero a darmi del lei, mi chiamavano per cognome. Quando cominciarono a discutere su una lampada, andai su tutte le furie. La notte, quando provo a dormire, apro il cassetto con i suoi oggetti per poter sentire ancora il suo profumo. Ma di questo a loro forse non importa o comunque non credo possano neanche immaginare che cosa voglia dire davvero”.

Parallela alla questione dell’eredità – che oltre agli immobili di via D’Azeglio a Bologna comprende anche una villa alle Tremiti, alcune barche e tutti i diritti delle sue canzoni – rimane ancora aperta e finora senza risposta la questione della Fondazione Dalla: “L’idea c’è ancora anche se, non voglio essere frainteso, non è proprio il primo pensiero”, ha spiegato al Resto del Carlino Baroncini. La sede della Fondazione, l’avevano detto gli stessi eredi di Dalla, potrebbe essere proprio la casa di Lucio in via D’Azeglio. A lanciare il progetto, era stato l’entourage del cantautore, i suoi collaboratori e gli amici più stretti. Dea Melotti, madre di Baroncini e portavoce degli eredi aveva confermato che la fondazione si sarebbe comunque fatta.

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