E' una reazione che sa di ricatto quella del gruppo alle motivazioni della sentenza che spiega perché è stata dichiarata l'illegittimità del 1° comma dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. L'ad Marchionne: "Possibile" che la sede legale del gruppo Fiat possa essere trasferita dopo la fusione con Chrysler in Olanda
Una sentenza che potrà avere un impatto anche sul futuro dell’industria. Il verdetto della Consulta sull’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori sembra aver colpito il Lingotto; che se da una parte rivendica di aver operato con correttezza, dall’altra sembra mandare un messaggio molto chiaro a chi governa e chi legifera. La conseguenza potrebbe essere un cambiamento delle “strategie industriali” del gruppo. ”La Fiat si riserva di valutare se e in che misura il nuovo criterio di rappresentatività, nell’interpretazione che ne daranno i giudici di merito, potrà modificare l’attuale assetto delle proprie relazioni sindacali e, in prospettiva, le sue strategie industriali in Italia” il commento del gruppo. Ed è una reazione che sa di ricatto quella del gruppo alle motivazioni della sentenza che ha dichiarato l’illegittimità del 1° comma dell’articolo 19 che era stato utilizzato dall’azienda di Torino per escludere la Fiom dalla rappresentanza sindacale per non aver firmato il contratto.
All’agenzia Reuters poi l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha risposto che “è possibile” che la sede legale del gruppo Fiat possa essere trasferita dopo la fusione con Chrysler in Olanda.
La Fiat rivendica comunque il riconoscimento da parte dei giudici della correttezza dell’operato. ”La sentenza della Corte Costituzionale riconosce la correttezza del comportamento della Fiat che ha soltanto applicato la legge – afferma il Lingotto -. La Corte ritenendo infatti che l’articolo 19 non consentiva ‘l’applicazione di criteri estranei alla sua formulazione letterale, ha dimostrato l’infondatezza di tutte le accuse, a cominciare da quella infamante di violazione della Costituzione, che sono state rivolte da più parti alla Fiat, la quale ha solo applicato la legge. ‘Certamente – sottolinea la Fiat – è necessario che, come anche la Corte suggerisce, il legislatore affronti rapidamente il generale problema della rappresentanza sindacale garantendo la certezza del diritto e l’uniformità dell’interpretazione normativa”.
Maurizio Landini, segretario Fiom, aveva accolto con soddisfazione le ragioni dei giudici sul verdetto: ”E’ necessario che la Fiat fissi l’incontro da noi richiesto. Inoltre il governo convochi un tavolo nazionale sulle prospettive occupazionali e gli investimenti del gruppo Fiat in Italia e si faccia garante della piena applicazione della sentenza anche attraverso una legge sulla rappresentanza. Si conferma che la nostra Costituzione va solo applicata. Le motivazioni rese note oggi dalla Consulta – osserva Landini – confermano l’importanza fondamentale della nostra Costituzione nel suo ruolo di garante della democrazia, della libertà e dell’eguaglianza dei cittadini nei luoghi di lavoro. La Fiom ringrazia la resistenza e la dignità dimostrata dai suoi iscritti, delle sue iscritte, dai delegati e dalle delegate della Fiat. Un grazie, anche, al nostro collegio difensivo per la sua bravura e competenza. E’ un giorno felice per le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese”.