237 mila euro spesi in 4 anni per pagare forniture di energia elettrica ed acqua al campo nomadi. Ritorna di attualità lo scontro tra maggioranza e opposizione nel Comune di Carpi per i finanziamenti pubblici alla comunità sinti che staziona vicino all’uscita del casello autostradale da almeno tre decenni. E’ stato il consigliere regionale del Pdl, Andrea Leoni, a riaggiornare i dati: “Per ognuno dei 69 nomadi presenti nel campo il Comune spende mediamente mille euro all’anno ed un esborso di 20 mila euro in più soltanto nel 2012, per un totale di oltre 70 mila euro, rispetto alla media degli anni precedenti”.
“L’Amministrazione non ha onorato l’impegno preso due anni fa di smettere di pagare le bollette ai nomadi, non ha fatto nulla per superare e chiudere, come promesso, il campo stesso – prosegue Leoni – e a questo va aggiunto che, con i problemi legati al terremoto, si sono diradati i controlli periodici programmati all’interno del campo, nonostante la presenza al suo interno, confermata dalla cronaca, di soggetti autori di reati”.
70 mila euro spesi nel 2012 che sono tutti a carico del Comune, visto che la Regione non ha sborsato un euro: “Sono scelte difficili da giustificare nei confronti delle famiglie che tirano la cinghia per arrivare a fine mese”, ha concluso, “Se una persona non paga la bolletta rimane al buio perchè gli piombano il contatore ed è davvero poco spiegabile perché invece ai nomadi di Carpi vengano pagate le bollette dal Comune”.
Una polemica che il primo cittadino rispedisce al mittente: “Intanto stiamo parlando di residenti carpigiani da almeno tre generazioni che sono diminuiti nel tempo almeno che io ricordi da 120 a 70”, puntualizza il sindaco Pd, Enrico Campedelli, “e poi l’obiettivo del Comune è la chiusura del campo parallelamente ad una progressiva sistemazione alternativa, dignitosa ed autonoma di chi ci vive ora. E’ una questione che va risolta seguendo le normative vigenti antidiscriminatorie e creando un reinserimento scolastico per i bambini e di assunzione di responsabilità per le famiglie”, spiega il primo cittadino di Carpi al fattoquotidiano.it, “non vogliamo di certo ripetere il comportamento di Alemanno a Roma o di Tosi a Verona. Per il centrodestra di Carpi, a quanto pare, esistono invece italiani di serie A e di serie B”.
Il ritardo nella soluzione del problema è soprattutto dovuto all’improvvisa sciagura del terremoto del maggio 2012: “L’approvazione del bilancio previsionale con la chiusura del campo è del marzo 2012 poi abbiamo dovuto fare i conti con gli effetti del sisma e tutto si è, e continua ad essere, rallentato. Detto questo non bisogna fare leva sul disagio sociale per guadagnare voti, invito il consigliere Leoni a venire un po’ più sul territorio per vedere come lavoriamo piuttosto che rimanere negli uffici bolognesi della Regione con l’aria condizionata a lanciare accuse infondate”.