Si ingarbuglia ulteriormente il caso Ablyazov–Shalabayeva: l’Interpol sostiene che il passaporto centrafricano fosse falso e le autorità kazake fanno sapere che reagiranno a una eventuale espulsione dell’ambasciatore.
L’interpol: “Passaporto centraficano risulta falsificato”. Il documento esibito alle autorità italiane da Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako rispedita in patria con la figlia di 6 anni con un’operazione di polizia anomala e in pratica dai diplomatici kazaki, “risulta falsificato”. Sull’autenticità del documento, emesso dalla Repubblica Centrafricana, ha garantito lo stesso ministro della Giustizia Arsene Sende rispondendo alle domande del Fatto. Ma secondo l’ufficio Interpol del Centrafrica invece – e secondo quanto riferisce il Dipartimento di Pubblica Sicurezza nell’ambito delle attività investigative svolte dalla questura di Roma – il documento non sarebbe autentico.
Nei due passaporti intestati alla signora Alma, infatti, “uno rilasciato dal Kazakistan e l’altro dalla Repubblica Centrofricana (quindi due Paesi di origine diversa) risultano due luoghi di nascita differenti e in più quello indicato nel passaporto della Repubblica Centroafricana, risulta addirittura inesistente”. Il Guardasigilli della Repubblica Centrafricana sostiene invece che il passaporto sia regolare e che ciò fosse stato comunicato all’Italia con una lettera datata 21 giugno.
L’Interpol: “Nessuna comunicazione dalla Gran Bretagna, Ablyazov ricercato”. In una lunga lettera sulla vicenda inviata al capo della Polizia Alessandro Pansa e al direttore della Criminalpol Francesco Cirillo il segretario generale dell’Interpol Ronald K. Noble scrive: “A tutt’oggi il Segretariato Generale dell’Interpol non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dal Regno Unito, né da nessun altro paese, circa il riconoscimento dello status di richiedente asilo/rifugiato accordato al signor Ablyazov”. Qualsiasi paese membro dell’Interpol che si fosse trovato a consultare le banche dati del Segretariato generale dell’organizzazione, avrebbe trovato che Muhtar Ablyazov era ricercato ai fini dell’arresto da tre paesi membri (Kazakistan, Russia e Ucraina), mentre nessuno sarebbe stato in grado di sapere da quegli stessi archivi che al cittadino kazako era stato concesso dal Regno Unito lo status di richiedente asilo. “I due avvisi rossi, emessi su richiesta di Interpol Astana e Interpol Mosca, e la diffusione diramata da Interpol Kiev sono ancora validi e non soggetti a restrizioni o condizioni particolari” sostiene Noble. Che definisce inoltre “davvero increscioso” il fatto che “il caso stia generando in Italia un’attenzione mediatica così pressante”, e con la missiva “rassicura” che “non mancherà il necessario supporto da parte dell’Organizzazione”.
Il vice premier kazako Orynbayev: “Aspettiamo decisione”. “Aspettiamo la decisione ufficiale” che verrà presa dall’Italia e quando sarà presa “reagiremo”. Il vicepremier kazako Yerbol Orynbayev a Bruxelles risponde così a chi chiede quale sarà la conseguenza all’ipotesi di espulsione dell’ambasciatore kazako in Italia. Se ci sarà una richiesta formale, Alma Shalabayeva, può tornare in Italia, dove comunque rischia “quattro anni di prigione” per aver presentato un passaporto falso prosegue Orynbayev, in una conferenza stampa a Bruxelles, dopo il Consiglio di cooperazione Ue-Kazakhstan. “Non abbiamo nessun problema a rimandarla” in Italia, come detto ieri dal ministero degli Esteri, ha ripetuto il vice premier, sottolineando tuttavia la necessità di “garanzie” da parte italiana:”Se l’Italia è pronta a rispondere e a dare questo tipo di garanzie, perché ci sono alcuni reati sui quali si indaga, non c’è alcun problema”. Il vice premier ha poi riferito che della questione “si è discusso nel pranzo con le controparti europee”, in particolare sono stati “presentati i dettagli” relativi al fatto che la Shalabayeva “ha presentato un passaporto falso, cosa che è un reato anche in Italia e se torna rischia quattro anni di prigione”. Per cui, ha sottolineato, “alla luce di queste circostanze, la possibilità di tornare è fortemente in dubbio”.