Cultura

Cortona on the move: suggestiva fotografia di viaggio nei posti in disuso

Cortona on the moveE’ iniziato e continuerà fino al 29 settembre, nel piccolo borgo fiorentino, Cortona On The Move, il festival dedicato alla fotografia di viaggio. Tra mostre ufficiali e un circuito ‘off’ tutto da scoprire, ecco le prime considerazioni di un festival che si divide tra una bella scelta di mostre (curata da Arianna Rinaldo) e una location a dir poco suggestiva a cui si aggiunge la bella idea di far rivivere quei posti ormai in disuso. Una tendenza che molti stanno riscoprendo e che aiuta a mettersi nelle condizioni di aprirsi a ciò che si ha di fronte con mente e stato d’animo.

Come è successo entrando nel vecchio ospedale in via Maffei in cui erano esposte le fotografie del progetto “Love me” di Zed Nelson (una riflessione-viaggio tra i cinque continenti, in 18 paesi, sul mutamento ossessivo della bellezza) e le più significative tra copertine e “prime” di reportage di Newsweek (per una mostra/omaggio alla carta stampata e al magazine statunitense che ha raccontato per immagini cronache da tutto il mondo). Due piani, terra e interrato, in cui scoprire, tra vecchi ambulatori e stanze d’ospedale, le debolezze della società attraverso foto di operazioni di chirurgia plastica, anoressiche, reginette di bellezza e reportage sui disastri nucleari, guerre e dittatori. Cruda ed essenziale anche “Hunters” di David Chancellor, con sede nell’ex magazzino delle carni, a fianco della piazza principale di Cortona. Un lavoro documentaristico intenso sul safari in Africa che lascia spazio alla riflessione sulla caccia e sui suoi stereotipi anche se, allo stesso tempo, risulta troppo difficile da digerire per chi odia i massacri gratuiti, tra trofei, prede e predatori.

Interessante, facendo un passo indietro e ritornando nelle sale del vecchio ospedale, anche le mostre del circuito ‘off’. Penso solo agli sguardi ritratti da Francesca Nicolosi per il suo progetto “Istanbul Traces” e alle contraddizioni sociali e culturali della Mosca vista attraverso l’obiettivo di Calogero Russo. E come non citare quel bel progetto “Saluti da PinetaMare” di Salvatore Santoro (che il fotografo casertano ha “confezionato” anche in un bellissimo libro in collaborazione con 3/3) per una denuncia tutta fatta di immagini sulla distruzione e l’abuso ambientale, conseguenza della cementificazione selvaggia.

Grande stima anche per “Trilogy” di Lutz che trova spazio all’interno della chiesa sconsacrata di Sant’Antonio. Tra altari e confessionali, nicchie e croci, questa è una tra le mostre più suggestive dell’edizione 2013 che esplora il mondo della politica, dell’economia e della religione diviso in tre differenti inchieste: Protokoll, Tropical gift, in Jesus’ Name. E se per le prime due parti dell’inchiesta sono stati pubblicati anche due differenti volumi, per l’ultima parte della Trilogia (Jesus’ Name) le cose non andate per il verso giusto: il libro è stato, infatti, ritirato dal mercato e censurato per una denuncia sulla tutela dell’immagine. Parte delle foto, comunque, sono a Cortona e i volti dei ragazzi ritratti da Lutz sono stati censurati con la classica banda nera. Una provocazione ben presto spiegata: la foto parla da sola e per capirne il significato non serve il volto di chi non vuole apparire. Sulla foto, tuttavia, sono riportati i contenuti dell’istanza che hanno impedito a Lutz di pubblicare anche l’ultima parte dell’inchiesta che sarebbe andata a completare “Trilogy”.

Per raggiungere l’ultima sede delle mostre, la fortezza di Girifalco, posizionata nel punto più alto di Cortona, bisognerà uscire dal centro (e prendere la macchina). Questa roccaforte antica, almeno per me, è stato vero punto di riferimento di questa edizione di Cortona On The Move. Tanti gli spunti offerti nelle tante mostre al suo interno. Partiamo da Alfons Rodriguez che in “The Third Rider”, passando per Haiti, Burkina Faso e in altri sette Paesi fa luce su cause ed effetti della fame e della malnutrizione del nostro pianeta. E mentre in “Nomad” Jeroen Toirkens ritrae i popoli nomadi alle prese con l’urbanizzazione e la globalizzazione, i cambiamenti climatici e la povertà (tutti fattori che li costringono ad abbandonare usi e costumi della propria tradizione), Gabor Arion Kudasb analizza la complessità dell’individualismo e della mancanza di comunicazione scattando i maggiori tra gli eventi di massa mai organizzati. Bellissima anche “Taking my Time” di Joel Meyerowitz, una mostra cucita addosso a Cortona On The Move e che si focalizza tutta sul tema del movimento. Questa è solo una carrellata generale di quel che si può vedere al Cortona On The Move, un festival che, anche solo chi è un appassionato di fotografia, non si può davvero perdere. 

Foto: @Silvia Parmeggiani