Seduta fiume a Montecitorio per l'approvazione. Si potrebbe andare avanti ancora per una notte. Il M5S: "Andremo avanti se il governo non accetterà di rinviare a settembre il ddl sulle riforme costituzionali". Il leader del Movimento: "Vogliono fare della Costituzione carne da porco". Il governo vuole fare presto: sul piatto anche il ddl sul finanziamento ai partiti
“I colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia”. Beppe Grillo dichiara così il nuovo obiettivo dei Cinque Stelle in Parlamento: non permettere l’approvazione in piena estate del disegno di legge sulle riforme costituzionali che istituisce il Comitato dei 42 e disegna l’iter per il riassetto istituzionale. “Il vero obiettivo di questo governo – spiega il leader del M5S – è la distruzione dell’impianto costituzionale per poter cambiare le regole del gioco democratico e assicurare ai partiti il potere e la greppia di Stato”. Così già da ieri il mirino dei deputati “grillini”, alla Camera, si è spostato. L’ostruzionismo delle opposizioni (251 ordini del giorno di M5S, Sel e Lega) sta andando avanti ormai da oltre 24 ore e è destinato a continuare per un’altra notte. Un’operazione che rinvia certo in prima battuta il voto definitivo sul decreto “del fare”. Ma soprattutto serve a far slittare proprio la discussione del disegno di legge sulle riforme costituzionali, cui il governo vorrebbe dare invece un’accelerazione prima della pausa estiva di agosto.
L’esecutivo vuole soprattutto dare una riverniciata alla propria immagine perché non gli rimanga appiccicata l’etichetta di governo dei rinvii. Anche per questo d’altronde aveva posto la fiducia sul decreto “del fare” (facendo cadere 800 emendamenti di maggioranza e opposizioni). Prima della sospensione estiva, insomma, il presidente del Consiglio Enrico Letta vorrebbe dare l’ok, tra l’altro, alla legge contro l’omofobia, il ddl sulle riforme, ma anche quello sul finanziamento ai partiti, oltre ad alcune leggi europee che – se non approvate – potrebbero portare al pagamento di altre sanzioni.
Grillo: “Vogliono fare della Costituzione carne da porco”
Sul blog Grillo, che già ieri aveva avuto uno scambio con la presidente Boldrini dopo aver detto che l’Italia va ripulita dal letame, scrive che “l’articolo 138 (al centro della riforma del governo, ndr) è la barriera tra la Costituzione e i partiti. Impedisce che ne sia fatta carne di porco. Prevede due volte il voto delle Camere e un referendum di conferma. I Saggi, prima 10 e poi 40, di stretta osservanza governativa, solo Pd, Pdl e Scelta civica, nessuno del M5S stanno operando laboriosamente per spossessare il Parlamento dalle sue (poche) prerogative”. Insomma, “il vero obiettivo di questo governo è la distruzione dell’impianto costituzionale per poter cambiare le regole del gioco democratico e assicurare ai partiti il potere e la greppia di Stato”. Il leader dei Cinque Stelle conclude citando Malaparte: “I colpi di Stato, come scrisse Curzio Malaparte in Tecnica di colpo di Stato, quasi mai ricorrono alla violenza, di solito avvengono in modo apparentemente legale, nel silenzio ovattato delle cosiddette istituzioni. Il cambiamento della Costituzione discusso ieri in Commissione Affari Costituzionali in soli 55 minuti per poter essere votato in aula, in tutta fretta, il primo di agosto, senza neppure la possibilità di emendarlo, con gli italiani in ferie e con la stampa e le televisioni di Stato asservite e mute, è un colpo di Stato annunciato. E i colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia”.
Seduta-fiume: superate le 24 ore, si potrebbe andare avanti per altre 17
Nell’Aula della Camera è terminato l’esame degli ordini del giorno al decreto. La seduta è ora sospesa: riprenderà alle 18,30, dopo l’ufficio di presidenza della Camera per passare alle dichiarazioni di voto sul decreto, su cui proseguirà l’ostruzionismo del M5S. Teoricamente, i deputati di M5S sono 106 hanno a disposizione 10 minuti a testa per intervenire, pari a poco più di 17,5 ore. Il che lascia pensare ad un’altra notte di lavoro in Aula per arrivare entro domani al voto finale sul testo.
Dopo una notte intera di lavori dedicata alla presentazione dei 251 ordini del giorno delle minoranze (M5S, Sel e Lega) gli interventi a raffica dei deputati grillini, decisi a ritardare l’approvazione di tutti i decreti legge se non verrà rinviato a dopo l’estate l’esame del disegno di legge di riforma costituzionale.
I tempi dell’ostruzionismo
Ciascuno dei deputati Cinque Stelle ha a disposizione 5 minuti, il che vuol dire che sugli ordini del giorno non si inizierà a votare per circa 4 ore. I deputati a 5 Stelle avranno poi a disposizione 10 minuti a testa per parlare in dichiarazione di voto finale sul provvedimento: più o meno 14 ore. Tempi che lasciano presagire un’altra lunga giornata parlamentare a Montecitorio, dove la seduta dell’assemblea sostanzialmente dura già da 24 ore. Nel corso della giornata dovrebbe riunirsi la conferenza dei capigruppo nel tentativo di trovare un’intesa, anche se le posizioni sembra rimangano distanti: i grillini non intendono recedere, su questo e sugli altri decreti in calendario fino alla pausa estiva. D’altra parte, il governo fa orecchie da mercante. “Quello di Letta assume sempre più i contorni di un governo autoritario, che vuol fare passare una riforma costituzionale in piena estate, con l’opinione pubblica in vacanza e dopo soli 55 minuti di discussione in commissione” dichiara il gruppo M5S in una nota. “La maggioranza – prosegue la nota – sta attuando una ‘delocalizzazione’ delle riforme a favore di un comitato di non eletti, un commissariamento del Parlamento per stravolgere la carta Costituzionale. Perché quella che si andrà ad aprire sarà una nuova fase costituente che imporrebbe lo scioglimento delle camere. Ma la maggioranza è sorda e continua sulla sua strada pur di far approvare una legge che leva definitivamente al Parlamento le sue funzioni. L’ultima foglia di fico. Il M5S è rimasto l’ultimo baluardo in difesa dei cittadini”.
Scelta Civica: “A causa dell’ostruzionismo già costi per 150mila euro”
Pari decisione sembra avere proprio l’area dei montiani che con il loro capogruppo Lorenzo Dellai assicura: “Se ci costringeranno, a forza di notturne, siamo pronti a stare in Parlamento anche a Ferragosto. Gli interessi dei cittadini vengono prima del pur legittimo diritto al riposo dei parlamentari”. Il collega Gianfranco Librandi dice di aver “fatto due calcoli: tra stipendi del personale della Camera, a cui è stato pagato lo straordinario notturno, e le spese di funzionamento del Palazzo, l’ostruzionismo capriccioso dei deputati del Movimento Cinque Stelle di questa notte è costato agli italiani circa 150mila euro. E visto che vogliono andare avanti fino a tutto il fine settimana, non escludo che si possa arrivare a un milione di euro di soldi buttati”.
Battibecco Boldrini-Brunetta
Gli straordinari toccano anche alla presidente della Camera. Laura Boldrini ha avuto scambi serrati durante il dibattito prima con un deputato dei Cinque Stelle e poi con il capogruppo del Pdl Renato Brunetta. Nel primo caso Giuseppe D’Ambrosio ha criticato i parlamentari della maggioranza, “colpevoli” a suo dire di non essere rimasti in aula durante la notte, mentre i parlamentari del M5S illustravano gli ordini del giorno e definendo “inutile” il Parlamento, “fulcro della democrazia solo sulla carta”. “Il Parlamento è il cuore della democrazia – ha replicato la Boldrini – In alternativa non c’è nulla, c’è la dittatura”.
Poi il battibecco con Brunetta che ha reclamato dalla presidente una censura per la deputata del M5S Carla Ruocco che ieri lo aveva definito “capo indiscusso del gruppo unico del malaffare, delle larghe intese e dell’inciucio”, annunciando che si sarebbe avvalso di tutte le prerogative a difesa della sua onorabilità. La Boldrini ha risposto che “bisognerebbe evitare queste cose inopportune. Mi dispiace se c’è stata un’offesa. Tutti evitino un linguaggio offensivo; non aiuta né qui dentro né fuori di qui”. Parole che a Brunetta non sono bastate. “Io chiedo la censura!”, ha urlato. Ma Boldrini lo ha fermato: “Non è questo il tono. Vedrò il verbale e mi regolerò di conseguenza…”.