“Siete bravi a fare le leggi. Ne serve solo una contro la violenza sulle donne”. Da Parma l’invito rivolto a Roma, scritto su un cartello, arriva a una settimana dall’uccisione di Michelle Campos, la ventenne peruviana uccisa a colpi di martello dal fidanzato di 21 anni Alberto Munos, al momento unico accusato dell’omicidio. Quasi cinquecento persone riunite di fronte al Municipio, sotto ai Portici del Grano, hanno chiesto giustizia per la ragazza, e non solo per lei. Sugli striscioni e sulle magliette c’è il volto di Michelle, ma i nomi pronunciati a voce alta sotto i Portici del Grano sono tanti: Annunziata, Bruna, Fabiana, Jamila. Sono quelli di tutte le 75 donne che dall’inizio dell’anno hanno perso la vita per mano di uomini, di compagni, fidanzati, mariti o ex.
Contro il femminicidio e contro la violenza su tutte le donne la città di Parma ha scelto di scendere in piazza, per gridare lo sdegno e per cercare di mettere un freno a un fenomeno che negli ultimi anni è cresciuto in modo allarmante. E parlare di violenza non vuol dire solo la tragedia a cui non c’è più rimedio, ma anche tutto quello che può succedere prima: i maltrattamenti, le vessazioni, gli abusi. “Di fronte a questi episodi c’è bisogno di sdegnarsi, perché uccidere una donna non è un reato come un altro” ha detto la presidente del Centro Antiviolenza di Parma Samuela Frigeri, che insieme a Comune e Provincia di Parma ha organizzato la manifestazione con la collaborazione di Andreina Garella, Festina Lente Teatro e l’associazione Vagamonde. In prima fila con lei la madre di Michelle, Edith: “Vorrei che tutti dicessero basta alla violenza – ha detto – Essere donna è meraviglioso e vorrei che tutti educassero i giovani alla parità e al rispetto dei generi perché si possa costruire una generazione migliore”.
Nessun discorso istituzionale, ma letture, canzoni, parole e riflessioni che si sono alternate alle strette di mano e agli abbracci. Stretta nel dolore intorno alla madre e ai famigliari di Michelle tutta la comunità peruviana e sudamericana di Parma, gli amici, i parenti, ma anche tante persone che hanno conosciuto la storia della giovane solo dopo che è finita sui giornali come vittima dell’ennesimo episodio di femminicidio. Tante le associazioni e i politici che da tutta la Regione hanno aderito alla manifestazione insieme a centinaia di cittadini. Come le volontarie della “Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna, che hanno stilato l’elenco delle vittime di femminicidio perché ancora non ci sono numeri ufficiali, o come l’associazione Maschile Plurale con Giacomo Mambriani, che ha come obiettivo quello di responsabilizzare gli uomini sul fenomeno. “Oggi siamo qui per Michelle, ma questo è solo un caso. La situazione va affrontata a 360 gradi – conclude Frigeri – è necessario che il problema sia preso in carico dalla collettività”.