La crisi fa scappare gli immigrati che rimpatriano o si trasferiscono in altri Stati. L'Istat: "Fenomeno sottostimato". Intanto è record storico per la disoccupazione: 3 milioni 140mila in cerca di impiego, tasso al 12,2%
Gli stranieri “in fuga” dall’Italia e un nuovo record di disoccupati. La fotografia della crisi del Paese passa dalle cifre che arrivano dall’Istat e dal Centro studi di Confindustria. Da una parte nel 2012, per effetto della crisi economica, sono aumentati del 17,9% gli stranieri rientrati nel loro Paese o trasferiti in altro Stato estero. Si tratta nel complesso di 38.218 persone. Per l’Istat è un fenomeno probabilmente sottostimato. Secondo l’Istat, infatti, in alcuni casi gli stranieri “non avendone un beneficio diretto, non comunicato all’anagrafe il trasferimento all’estero”. Nel 2012, sono inoltre in calo gli stranieri iscritti dall’estero in Italia: sono stati 321.305, -9,3% rispetto al 2011 quando erano stati 354.323. Fra l’altro – prosegue l’Istat – possono aver influito positivamente sul numero complessivo degli entrati in Italia gli effetti della procedura per l’emersione dei lavoratori stranieri.
Per contro è in aumento il numero degli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana. Nel 2012 – secondo il rapporto dell’Istat – sono stati 65.383, il 16,4% in più rispetto all’anno precedente. Il dato comprende le acquisizioni della cittadinanza per matrimonio, per naturalizzazione, per trasmissione automatica da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano al minore convivente, per elezione da parte dei 18enni nati in Italia e ivi regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis.
Le acquisizioni per cittadinanza comportano ovviamente una diminuzione della popolazione straniera. Tra i nuovi cittadini italiani sono leggermente più numerose le donne, poiché i matrimoni misti, che rappresentano ancora una modalità abbastanza frequente per l’acquisizione della cittadinanza, si celebrano per lo più fra donne straniere e uomini italiani. Va però crescendo, per l’Istat, l’acquisizione legata invece alla durata della residenza.
Dall’altra ci sono le persone senza lavoro: a maggio le persone in cerca di lavoro erano 3 milioni 140mila, il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile)”. Il Centro studi di Confindustria indica il dato nella congiuntura flash mensile su dati Bankitalia-Sole 24 ore. “Sono diminuiti ancora gli occupati: -27mila sul mese precedente (-0,1%), -387mila su un anno prima (-1,7%). Il calo proseguirà: le attese delle imprese sull’occupazione nel trimestre in corso sono ancora negative, su livelli di fine 2009”. Nel frattempo secondo gli esperti dell’associazione degli industriali “ordini ed esportazioni stanno confermando l’attenuazione della recessione nell’industria italiana: la produzione ha smesso di scendere, anche se rimane molto bassa e lontana dai livelli pre-crisi”. Ancora in contrazione l’attività dei servizi e dell’edilizia. “L’anticipatore Ocse – spiega il Csc di Confindustria – indica una svolta dell’economia del Paese al più tardi nel prossimo autunno. Il cambiamento di rotta è favorito dal contesto internazionale più dinamico, grazie alle conferme di ripresa negli Usa, alla ripartenza del Giappone e al robusto apporto all’incremento della domanda mondiale da parte dei Paesi emergenti, nonostante il rallentamento dei Bric”. Un altro “fondamentale ostacolo al rilancio è la restrizione dei prestiti alle imprese, sia nei volumi (in forte calo anche in maggio) sia nei tassi; questa morsa può essere attenuata dalle recenti misure della Bce e dalla rapida esecuzione e dall’ampliamento dei pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione”.