Secondo la tv Al Jazeera, le vittime salirebbero fino a 120 e i feriti a 4500, per l'agenzia Xinhua i morti sono 139. I Fratelli Musulmani accusano la polizia di aver sparato con pallottole vere contro i manifestanti, mentre le forze dell'ordine hanno arrestato 53 attivisti islamici, sequestrando armi e ordigni vari. Il Ministero annuncia l'intenzione di sgomberare i manifestanti dalla piazza
Decine di morti si sono registrati negli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente deposto Mohamed Morsi in Egitto, un Paese sempre più spaccato in due. Le violenze sono continuate fino alle prime luci dell’alba, e il bilancio è drammatico: secondo quanto riporta l’agenzia di stato Mena, citando fonti ospedaliere, almeno 75 persone sono rimaste uccise ed oltre mille ferite negli scontri. La tv Al Jazeera, invece, ha parlato addirittura di 120 morti e oltre 4.500 feriti nei duri davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya, dove si erano riuniti i sostenitori del deposto presidente Morsi, che ieri era stato posto in stato di custodia cautelare. Per l’agenzia di stampa Xinhua le vittime sono 139.
I maggiori scontri si sono registrati nel quartiere del Cairo di Nasr City, roccaforte dei sostenitori di Morsi. I Fratelli Musulmani accusano la polizia di aver sparato con pallottole vere contro i manifestanti, si legge sul sito della Cnn. “Non sparano per ferire, ma per uccidere”, afferma il portavoce, Gehad El-Haddad, aggiungendo che i dimostranti sono stati colpiti alla testa e al petto. La polizia ha arrestato 53 attivisti dei Fratelli Musulmani che avevano, a quanto riporta la Mena, armi, bombe Molotov ed altri ordigni. Al Cairo, decine di migliaia di persone sono scese in piazza Tahrir, simbolo della rivoluzione, per manifestare il sostegno ai militari che hanno rimosso Morsi. Mentre i sostenitori del presidente hanno manifestato vicino all’università del Cairo ed in altre piazze della capitale. Ad Alessandria si sono registrati gli scontri più violenti tra i due gruppi rivali, con almeno 5 morti e 100 feriti.
Sulla manifestazione di ieri arrivano anche i primi dati ufficiali, secondo cui in piazza sarebbero scese ben 35 milioni di persone. Lo riferisce Abu Bakr al-Guindy, responsabile dell’ente egiziano di statistica Capmas, citato dal sito di notizie Egypt Independent. Il Paese, stando a stime recenti, ha una popolazione di oltre 85 milioni di abitanti.
Proprio questi numeri sempre più ingenti hanno messo in allarme il Governo: le autorità egiziane intendono intervenire “presto” per sgomberare la piazza dei sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi. Lo ha reso noto il ministro egiziano dell’Interno, Mohamed Ibrahim, durante una conferenza stampa nel corso della quale ha sostenuto che le forze di sicurezza agiranno “nel rispetto della legge” per disperdere le manifestazioni “al più presto”. Anche se una data per l’azione di sgombero non è ancora stata fissata. Ibrahim ha fatto riferimento a presunte denunce arrivate dagli abitanti delle zone in cui si trovano i sit-in dei sostenitori di Morsi e dei Fratelli Musulmani. “Speriamo che i manifestanti capiscano e pongano fine a queste proteste per evitare spargimenti di sangue”, ha detto il ministro.
Intanto oggi il portavoce Nasser Amin della ong per i diritti dell’uomo egiziana ha fatto sapere che Morsi “è in buona salute e non ha subito pressioni”. Anche se ha precisato di non aver incontrato il presidente deposto in persona, ma i suoi compagni. E non ha fornito alcuna indicazione sulla località di detenzione.