Bagheria (Palermo) – Un quartiere abusivo, con tanto di strade e illuminazione comunale, che sorge all’interno di una villa monumentale protetta dai primi del ‘900. Dopo l’interrogazione al Senato del Movimento Cinque Stelle, le telecamere del ilfattoquotidiano.it entrano a Villa Valguarnera, il bene protetto dentro il quale oggi sorgono villette a schiera. Costruita nel ‘700, dai principi Alliata di Valguarnera, negli anni settanta venne espropriato il primo lotto del parco monumentale: viene costruita una scuola, intitolata ad Antonio Gramsci, che oggi è ormai un rudere fatiscente, incastonata tra le nuove costruzioni e i confini della Villa. Sembra quasi un’installazione da estetica del degrado. Invece sono soltanto ruderi vandalizzati abbandonati a pochi metri da un bene protetto. Negli anni successivi all’interno del parco vengono costruite anche numerose villette private. Una di queste, proprio dentro il parco monumentale, è l’abitazione di Gino Di Salvo, considerato il boss mafioso di Bagheria, che proprio qui avrebbe ospitato in passato la latitanza di Bernardo Provenzano. “Ora che sappiamo anche questo, possiamo immaginare il reale motivo che si cela dietro alle numerose difficoltà incontrate dalla mia famiglia per tutelare la villa negli anni”, denuncia Vittoria Alliata, ultima inquilina del parco monumentale di Giuseppe Pipitone e Silvia Bellotti
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