Quando gli euro in tasca scarseggiano, allora si falsificano. Non si può leggere altrimenti l’impennata nella contraffazione di banconote in euro nel primo semestre 2013: + 13,2 percento rispetto allo stesso periodo del 2012 e addirittura un aumento del 26,3 percento confrontando giugno 2013 e 2012. Un’enormità. Secondo la Banca centrale europea, in sei mesi sono state rastrellate ben 317mila banconote e chissà quante ce ne sono ancora in giro. Nel frattempo diminuiscono le frodi sulle carte di credito, forse perché falsificare biglietti da 20 e 50 è più facile, immediato e alla portata di più persone.

Nel primo semestre 2012 le banconote ritirate erano state 251mila, nel secondo semestre 2012 280mila e adesso 317mila. I biglietti più falsificati sono quelli da 20 euro (38 percento) e da 50 euro (44,1 percento). La maggioranza delle falsificazioni (98,5%) è stata riscontrata nei paesi dell’area dell’euro, mentre appena l’1,2% circa proviene da Stati membri dell’Unione europea non aderenti all’area. Un dato non scontato visto che la moneta unica è spesso accettata anche nei Paesi europei con valuta diversa e quindi significativo dello stato economico dell’Eurozona. Ma dove sono si concentrano i principali falsari? La Banca centrale europea non ha rilasciato dati precisi, ma i recenti fatti di cronaca evidenziano come l’Italia giochi una parte de leone in questo giro di malaffare. Lo scorso 20 giugno, dopo ben 6 mesi di indagini, la Guardia di Finanza ha arrestato ben 77 persone in varie regioni italiane all’interno dell’operazione “Lucro” coordinata dalla Procura di Napoli. Partendo dal capoluogo campano, l’organizzazione si era ramificata mettendo insieme specialisti della contraffazione che vanno da chi si occupava dell’approvvigionamento delle materie prime come inchiostri speciali, fogli filigranati e presse, fino a chi distribuiva le banconote false sul mercato clandestino nazionale.

Parallelamente a livello europeo, la Bce evidenzia un considerevole calo delle frodi riguardanti le carte di credito. Anche se in questo caso i dati a disposizione sono meno aggiornati, si registra una sensibile diminuzione a partire dal 2007 e fino al 2011 (- 7,6 percento) in tutta la Single Euro Payments Area (Sepa), ovvero i 28 Paesi dell’Unione europea più Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia e Svizzera (un totale di 516 milioni di cittadini). In questo caso la Bce imputa esplicitamente le ragioni del calo delle truffe a un miglioramento dei servizi di sicurezza messi in atto. Curiosamente, invece, nessuna motivazione viene addotta per l’aumento delle contraffazioni di moneta corrente, tanto che diventa legittimo imputarne il motivo alla crisi dilagante specie nei Paesi del Sud Europa. Oltre il danno anche la beffa. Proprio quest’anno la Bce ha messo in commercio la nuova banconota da 5 euro dotata degli ultimi ritrovati anti contraffazione. Il paradosso è che questa banconota si è rivelata “scomoda” in quanto non tutti i distributori automatici del continente, dalla pompa di benzina al parcheggio a pagamento, sono in grado di riconoscerla. “Toccare, guardare, muovere”. Questi i consigli pratici per riconoscere eventuali banconote falsificate che si leggono nella nota ufficiale della Bce in attesa che gli euro, quelli veri, tornino a circolare in Europa.

@AlessioPisano

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