Un brutto giorno d’estate Salerno, sonnacchiosa e pretenziosa città nota alle cronache per i coloriti exploits del sindaco-sceriffo e da ultimo per le gesta di un monsignore devoto di Mammona, finisce in prima pagina per un delitto atroce. Figlio psicotico uccide squarta e forse divora la madre, la sventurata che, unica, se ne prendeva davvero cura.
Difficile uscire dal folclore dell’orrore: infatti i media ci lavorano con foga grandguignolesca. In realtà si tratta di delitti seriali: una povera ignara vittima e di un “colpevole” psicotico, vittima del caldo e dei suoli deliri, tipicamente d’estate. Ogni estate una o due tragedie, che regolarmente evaporano con le calure estive, senza lasciare traccia.
L’Italia è quel paese dove gli errori degenerano in orrori nell’indifferenza generale. Così è per i terremoti, così per il dissesto del suolo, così, per i roghi tossici che appestano il Napoletano, così per i border line del disagio psichico schiacciati tra l’affermazione di principi conclamati e l’incapacità di strutturarli poi nella realtà sociale.
Abbiamo una legge di grande civiltà, la 180 (Norberto Bobbio l’ha addirittura definita l’unica vera legge di riforma del nostro paese), poi rifluita nella legge di riforma sanitaria, che impone di considerare il malato di mente non più un pària da contenere in manicomio, ma un malato da far integrare nella società. La legge costruisce intorno a questo obiettivo ed alla figura del malato una rete di protezione e cura che presuppone l’efficienza di centri d’igiene mentale, dei servizi sociali, dei reparti ospedalieri, per finire alle autorità amministrative e di pubblica sicurezza e alla magistratura, garante della legalità nella della limitazione della libertà, e del diritto di curarsi o di non accettare le cure.
Si gioca una delicatissima partita di armonizzazione tra i diritti del malato a non essere contenuto e ghettizzato e le esigenze di protezione della società quando viene meno la capacità di discernimento dell’individuo. Ma è una ferita che resta aperta e centinaia di sentenza hanno provato a ricucirne i lembi, con varia fortuna.
Nel caso di Salerno, come in tutti quelli che l’hanno preceduto e con ogni probabilità lo seguiranno, c’è una storia di ricoveri più o meno coatti, di cure ricevute più o meno volontariamente, di difficoltà di internare l’ammalato quando la fase delirante è acuta, di impossibilità per i medici di formulare esatte previsioni di pericolosità, e alla fine di affidamento alla sola famiglia o di abbandono per strada.
Siamo in un eterno conflitto di principi che ogni volta vanno scontrarsi più che ad armonizzarsi, a causa della cronica deficienza o assenza di strutture e di efficiente controllo del territorio, come nella nostra scassata sanità campana; in questi casi l’unico possibile epilogo è tragico.
Vite di familiari spesso anziani, come in questo caso, devastate dalla necessità di proteggere il malato dalla società e da se stesso, nella totale insensibilità e nello scaricabarile generale.
L’anno scorso, stesso periodo, un innocente fu fracassato sugli scogli del lungomare da un malato di mente. Mi chiedo cosa è stato fatto per intensificare il controllo e la cura sul territorio da allora.
Se pensiamo alla decisione di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari, accollando alle regioni l’onere di costruire centri di cura con sorveglianza, c’è seriamente da preoccuparsi, quantomeno per gli enti che non brillano per efficienza come la Campania. C’è stata la proroga di un anno, fortunatamente. Non si può ribadire un sacrosanto principio e ripetere il copione di chiudere gli ospedali e scaricare per la strada o sulle sventurate famiglie malati che sono pericolosi conclamati.
Ci sono tanti tipi di follia: la nostra è questo oblio tra affermazione dei principi e incuria materiale di un paese nel quale, a guardarsi intorno, avrebbe detto Gaber, non sappiamo da quale parte del cancello stiamo.
Mariano Casciano
Avvocato
Società - 29 Luglio 2013
Centri di igiene mentale: da quale parte del cancello stiamo?
Un brutto giorno d’estate Salerno, sonnacchiosa e pretenziosa città nota alle cronache per i coloriti exploits del sindaco-sceriffo e da ultimo per le gesta di un monsignore devoto di Mammona, finisce in prima pagina per un delitto atroce. Figlio psicotico uccide squarta e forse divora la madre, la sventurata che, unica, se ne prendeva davvero cura.
Difficile uscire dal folclore dell’orrore: infatti i media ci lavorano con foga grandguignolesca. In realtà si tratta di delitti seriali: una povera ignara vittima e di un “colpevole” psicotico, vittima del caldo e dei suoli deliri, tipicamente d’estate. Ogni estate una o due tragedie, che regolarmente evaporano con le calure estive, senza lasciare traccia.
L’Italia è quel paese dove gli errori degenerano in orrori nell’indifferenza generale. Così è per i terremoti, così per il dissesto del suolo, così, per i roghi tossici che appestano il Napoletano, così per i border line del disagio psichico schiacciati tra l’affermazione di principi conclamati e l’incapacità di strutturarli poi nella realtà sociale.
Abbiamo una legge di grande civiltà, la 180 (Norberto Bobbio l’ha addirittura definita l’unica vera legge di riforma del nostro paese), poi rifluita nella legge di riforma sanitaria, che impone di considerare il malato di mente non più un pària da contenere in manicomio, ma un malato da far integrare nella società. La legge costruisce intorno a questo obiettivo ed alla figura del malato una rete di protezione e cura che presuppone l’efficienza di centri d’igiene mentale, dei servizi sociali, dei reparti ospedalieri, per finire alle autorità amministrative e di pubblica sicurezza e alla magistratura, garante della legalità nella della limitazione della libertà, e del diritto di curarsi o di non accettare le cure.
Si gioca una delicatissima partita di armonizzazione tra i diritti del malato a non essere contenuto e ghettizzato e le esigenze di protezione della società quando viene meno la capacità di discernimento dell’individuo. Ma è una ferita che resta aperta e centinaia di sentenza hanno provato a ricucirne i lembi, con varia fortuna.
Nel caso di Salerno, come in tutti quelli che l’hanno preceduto e con ogni probabilità lo seguiranno, c’è una storia di ricoveri più o meno coatti, di cure ricevute più o meno volontariamente, di difficoltà di internare l’ammalato quando la fase delirante è acuta, di impossibilità per i medici di formulare esatte previsioni di pericolosità, e alla fine di affidamento alla sola famiglia o di abbandono per strada.
Siamo in un eterno conflitto di principi che ogni volta vanno scontrarsi più che ad armonizzarsi, a causa della cronica deficienza o assenza di strutture e di efficiente controllo del territorio, come nella nostra scassata sanità campana; in questi casi l’unico possibile epilogo è tragico.
Vite di familiari spesso anziani, come in questo caso, devastate dalla necessità di proteggere il malato dalla società e da se stesso, nella totale insensibilità e nello scaricabarile generale.
L’anno scorso, stesso periodo, un innocente fu fracassato sugli scogli del lungomare da un malato di mente. Mi chiedo cosa è stato fatto per intensificare il controllo e la cura sul territorio da allora.
Se pensiamo alla decisione di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari, accollando alle regioni l’onere di costruire centri di cura con sorveglianza, c’è seriamente da preoccuparsi, quantomeno per gli enti che non brillano per efficienza come la Campania. C’è stata la proroga di un anno, fortunatamente. Non si può ribadire un sacrosanto principio e ripetere il copione di chiudere gli ospedali e scaricare per la strada o sulle sventurate famiglie malati che sono pericolosi conclamati.
Ci sono tanti tipi di follia: la nostra è questo oblio tra affermazione dei principi e incuria materiale di un paese nel quale, a guardarsi intorno, avrebbe detto Gaber, non sappiamo da quale parte del cancello stiamo.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.