Si consuma sull’aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì la spaccatura fra le due anime del Pd emiliano-romagnolo. È l’ennesima querelle interna al Partito Democratico (dopo la mancata intesa sulla linea da tenere nei confronti della multiutility Hera e sull’Ausl unica della Romagna) fra la corrente renziana, rappresentata dal sindaco Roberto Balzani, e quella bersaniana del presidente della Regione Vasco Errani.
Lo scontro sul piccolo aeroporto forlivese, sacrificato tra il Guglielmo Marconi di Bologna e il Federico Fellini di Rimini, si riapre con un post su facebook del primo cittadino di Forlì: “Notiamo con vero dispiacere – scrive Balzani – la qualità dell’impegno dell’assessore Peri e del presidente Errani verso gli aeroporti regionali. Il nostro, che non chiede altro se non la prova di Enav, è una specie di brutto anatroccolo, mentre per gli altri si organizzano incontri al massimo livello. A noi sono riservate le anticamere. Fanno bene i dipendenti ad arrabbiarsi: questa Regione non ci vuole bene. Decisamente”.
L’attacco del sindaco chiama in causa la diversa situazione in cui si trova al momento lo scalo riminese. Nonostante gli oltre 50 milioni di debiti, Aeradria, la società che gestisce la struttura, è stata ammessa dal tribunale alla procedura di concordato di continuità. Dalla primavera 2013 la cronaca del Ridolfi, invece, è quella di una discesa in picchiata, che ha messo fine a un lungo stillicidio: il 29 marzo è partito l’ultimo volo commerciale Wizz Air per Cluj Napoca, poi anche la compagnia che collega l’Italia con l’Europa dell’est ha seguito Ryan Air a Bologna. Nei primi giorni di aprile 2013 Riccardo Roveroni, liquidatore della società di gestione Seaf, ha consegnato i libri in tribunale dando avvio alla procedura fallimentare. Il fallimento è stato dichiarato il 3 maggio e la formalizzazione da parte di Enac è arrivata il 15 dello stesso mese. La chiusura dello scalo ha significato anche la perdita del lavoro per circa 80 addetti, 39 dipendenti di Seaf e 40-45 di altre aziende che fornivano servizi di vigilanza, facchinaggio e altro. Al di là della cassaintegrazione sono tutti appesi alla speranza di essere ricollocati in aziende partecipate dell’area di Bologna e dell’area vasta romagnola, come prevede il verbale siglato il 21 maggio dall’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri.
Anche da chiuso l’aeroporto di Forlì continua a comportare una spesa per la collettività. Al Comune, in quanto azionista di maggioranza, spetterebbe un esborso di 2,83 milioni di euro, pari al 37% della quota capitale del mutuo che la società ha contratto con le banche. La strategia di Balzani per provare a salvare il salvabile è quella di “insinuarsi nel passivo”, provando a concorrere insieme con gli altri creditori per ottenere la cifra dovuta. Intanto si cerca di procedere trovando un accordo con la spa Enav, società che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo, occupandosi della gestione di 1,6 milioni di voli all’anno in 40 aeroporti di competenza, dando così lavoro a 4.186 dipendenti tra Enav, la società collegata Techno Sky e il consorzio Sicta.
Il 25 giugno scorso il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha incontrato a Roma il sindaco Balzani, il consigliere comunale del Pdl Alessandro Rondoni e l’onorevole del Pd Marco Di Maio. Dopo aver preso visione del progetto di Enav, ha assicurato di voler mettere massimo impegno nel progetto di rilancio dell’aeroporto, che come scrive il quotidiano il Resto del Carlino “prevedrebbe la gestione del Ridolfi con voli commerciali”. Come possa entrarvi Enav, società a totale controllo pubblico, resta da chiarire. La spa fa sapere che “un progetto Enav non c’è. Il 9 aprile il nostro amministratore unico Massimo Garbini ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Forlì, insieme al direttore de Il Giorno Giancarlo Mazzuca. In quell’occasione egli ha dato la disponibilità di Enav a supportare eventuali decisioni che prenderanno i ministeri competenti, fatte le loro valutazioni. Questo anche in virtù della presenza molto forte che Enav ha sul territorio con l’Academy, il nostro centro di formazione per controllori del traffico aereo. Di più ora non è possibile dire. È tutto in mano alle istituzioni”.