I sindaci di tutta Italia non hanno nessuna intenzione di coprire il ‘buco’ da 700 milioni di euro causato dal taglio dell’Imu. Un nuovo salasso per i comuni, dopo che “da dodici anni vediamo costantemente ridotte le risorse trasferite dalla Stato. Siamo arrivati a un punto limite”, accusa Piero Fassino (Pd), sindaco di Torino e presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Fassino, che ha incontrato a Milano una rappresentanza dei primi cittadini della Lombardia, ha chiesto al premier Enrico Letta un incontro per portare le istanze dei comuni all’esecutivo. Un governo di larghe intese che però non prevede intese con il resto del Paese? Il sindaco di Torino glissa, senza però nascondere la gravità della situazione: “Tutti si devono rendere conto che i comuni non sono centri di spesa parassitari, come pensa qualche burocrate romano, ma erogatori di servizi fondamentali per i cittadini”. Per Attilio Fontana (Lega), sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia, “il governo si sta comportando come il governo Monti: manca di relazioni con il Paese e di sensibilità nei confronti degli enti locali, che vengono considerati soltanto come il luogo dove fare cassa”. Critico anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Non potremo accettare ulteriori tagli e un patto di stabilità che non tiene conto della situazione di crisi generale”. All’incontro a Palazzo Marino il sindaco di Settala Enrico Sozzi (Pd) è arrivato in bicicletta: “Il nostro Comune non ha più la possibilità di usare gli automezzi. Quest’anno potremmo spendere per gli spostamenti solo 1.100 euro: vuol dire 4,20 euro al giorno per venire a Milano, in Regione o in Provincia. Non siamo in grado di svolgere il nostro ruolo istituzionale” di Luigi Franco