Siamo in attesa della decisione della Corte di Cassazione sul caso Berlusconi. Si può facilmente immaginare quante e quali pressioni abbia subito e stia subendo tuttora tale Corte al riguardo. Bisogna certamente augurarsi una decisione effettivamente indipendente e non si vede davvero perché mai la Corte dovrebbe in qualche modo attenuare le inevitabili conseguenze, a carico di Berlusconi, dei gravi reati fiscali che gli sono imputati in questo caso.
Se ciò, contro ogni logica, dovesse invece avvenire, si dovrebbe riscontrare un risultato positivo delle manovre e pressioni attuate, che configura già in certa misura la “riforma” costituzionale che le forze attualmente al governo vogliono attuare e che vede come uno dei propri capisaldi proprio l’indebolimento dell’azione della magistratura, che come tutti sanno è uno dei capisaldi dello Stato di diritto.
A tal fine si fa uso ed abuso dei “moniti” reali o presunti del presidente della Repubblica. Ho visto il quotidiano storico della destra romana “Il Tempo” titolare in questo senso, con riferimento ad un’anodina frase di Napolitano: “Ogni decisione ha i suoi effetti”.
Come si è capito da lungo tempo, a lorsignori non sta affatto bene che esista un potere giudiziario indipendente in grado di indagare su tutti gli episodi di illegalità che costituiscono elementi indispensabili del modo di funzionare del potere in questo Paese. La limitazione dell’autonomia della magistratura costituisce del resto solo un aspetto, anche se a mio avviso per nulla secondario, del disegno di liquidazione delle garanzie costituzionali intrapreso dal governo Letta.
Si ha motivo di ritenere che una delle ispirazioni fondamentali di tale disegno venga proprio dal mondo dei poteri finanziari. Si veda ad esempio il documento della J. P. Morgan, che si riferisce alle Costituzioni europee biasimando fra l’altro, il fatto che queste riconoscano i diritti dei lavoratori e più in generale quello a protestare. L’accettazione di questo pensiero unico accomuna senza dubbio Pd e Pdl, che infatti convergono nel disegno “riformatore” di cui hanno fatto il principale obiettivo della corrente legislatura.
Si stenta più in generale a cogliere differenze di rilievo tra i due. Bisogna anzi ritenere che l’attuale esperienza del governo Letta stia producendo un’ulteriore salto nell’omologazione politica, determinando, com’è logico, ancora più profonda disaffezione da parte dell’elettorato, dimostrata anche dalla scarsissima e calante affluenza alle urne.
Basta del resto scorrere i giornali per rendersi conto di quanto Pd e Pdl si assomiglino sempre più: se il “sinistro” Fassina fa proprie le lamentazioni antifiscali di parte del mondo imprenditoriale, al Comune di Bologna una maggioranza trasversale che riproduce quella di governo, con in più quel che resta della Lega, decide di fregarsene del referendum contro i finanziamenti alla scuola privata ed esponenti autenticamente ambientalisti come Della Seta vengono allontanati dalle liste perché non accettano l’ennesimo inciucio a favore dell’Italsider. Fassino è da sempre in prima fila nell’appoggio alle politiche antisindacali di Marchionne mentre nel Pd dettano legge gli ultras dell’alta velocità come Esposito.
Un quadro politico quindi sempre più piattamente omologato e deprimente, che ha partorito un disegno pericolosissimo di annientamento della Costituzione repubblicana che va respinto in nome della democrazia. Per questo occorre appoggiare l’iniziativa dei costituzionalisti e altre personalità contro il disegno di legge 813 che vuole stravolgere la Costituzione repubblicana a partire dallo snaturamento dello stesso meccanismo di revisione costituzionale. In questo quadro Berlusconi potrebbe sembrare, tutt’al più, un incidente di percorso. Ma forse anche il sassolino in grado di far deragliare o quanto meno rallentare il treno dei distruttori della Costituzione. Anche per questo la partita che si sta svolgendo attorno alla Cassazione va seguita con cura e attenzione.
Nell’auspicio che prevalgano le ragioni dello Stato di diritto, della legalità e dell’eguaglianza, sia formale che sostanziale, fra i cittadini.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 30 Luglio 2013
Pd e Pdl: qual è la differenza?
Siamo in attesa della decisione della Corte di Cassazione sul caso Berlusconi. Si può facilmente immaginare quante e quali pressioni abbia subito e stia subendo tuttora tale Corte al riguardo. Bisogna certamente augurarsi una decisione effettivamente indipendente e non si vede davvero perché mai la Corte dovrebbe in qualche modo attenuare le inevitabili conseguenze, a carico di Berlusconi, dei gravi reati fiscali che gli sono imputati in questo caso.
Se ciò, contro ogni logica, dovesse invece avvenire, si dovrebbe riscontrare un risultato positivo delle manovre e pressioni attuate, che configura già in certa misura la “riforma” costituzionale che le forze attualmente al governo vogliono attuare e che vede come uno dei propri capisaldi proprio l’indebolimento dell’azione della magistratura, che come tutti sanno è uno dei capisaldi dello Stato di diritto.
A tal fine si fa uso ed abuso dei “moniti” reali o presunti del presidente della Repubblica. Ho visto il quotidiano storico della destra romana “Il Tempo” titolare in questo senso, con riferimento ad un’anodina frase di Napolitano: “Ogni decisione ha i suoi effetti”.
Come si è capito da lungo tempo, a lorsignori non sta affatto bene che esista un potere giudiziario indipendente in grado di indagare su tutti gli episodi di illegalità che costituiscono elementi indispensabili del modo di funzionare del potere in questo Paese. La limitazione dell’autonomia della magistratura costituisce del resto solo un aspetto, anche se a mio avviso per nulla secondario, del disegno di liquidazione delle garanzie costituzionali intrapreso dal governo Letta.
Si ha motivo di ritenere che una delle ispirazioni fondamentali di tale disegno venga proprio dal mondo dei poteri finanziari. Si veda ad esempio il documento della J. P. Morgan, che si riferisce alle Costituzioni europee biasimando fra l’altro, il fatto che queste riconoscano i diritti dei lavoratori e più in generale quello a protestare. L’accettazione di questo pensiero unico accomuna senza dubbio Pd e Pdl, che infatti convergono nel disegno “riformatore” di cui hanno fatto il principale obiettivo della corrente legislatura.
Si stenta più in generale a cogliere differenze di rilievo tra i due. Bisogna anzi ritenere che l’attuale esperienza del governo Letta stia producendo un’ulteriore salto nell’omologazione politica, determinando, com’è logico, ancora più profonda disaffezione da parte dell’elettorato, dimostrata anche dalla scarsissima e calante affluenza alle urne.
Basta del resto scorrere i giornali per rendersi conto di quanto Pd e Pdl si assomiglino sempre più: se il “sinistro” Fassina fa proprie le lamentazioni antifiscali di parte del mondo imprenditoriale, al Comune di Bologna una maggioranza trasversale che riproduce quella di governo, con in più quel che resta della Lega, decide di fregarsene del referendum contro i finanziamenti alla scuola privata ed esponenti autenticamente ambientalisti come Della Seta vengono allontanati dalle liste perché non accettano l’ennesimo inciucio a favore dell’Italsider. Fassino è da sempre in prima fila nell’appoggio alle politiche antisindacali di Marchionne mentre nel Pd dettano legge gli ultras dell’alta velocità come Esposito.
Un quadro politico quindi sempre più piattamente omologato e deprimente, che ha partorito un disegno pericolosissimo di annientamento della Costituzione repubblicana che va respinto in nome della democrazia. Per questo occorre appoggiare l’iniziativa dei costituzionalisti e altre personalità contro il disegno di legge 813 che vuole stravolgere la Costituzione repubblicana a partire dallo snaturamento dello stesso meccanismo di revisione costituzionale. In questo quadro Berlusconi potrebbe sembrare, tutt’al più, un incidente di percorso. Ma forse anche il sassolino in grado di far deragliare o quanto meno rallentare il treno dei distruttori della Costituzione. Anche per questo la partita che si sta svolgendo attorno alla Cassazione va seguita con cura e attenzione.
Nell’auspicio che prevalgano le ragioni dello Stato di diritto, della legalità e dell’eguaglianza, sia formale che sostanziale, fra i cittadini.
B.COME BASTA!
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.