L'ad: "L'inchiesta Consob non è un ostacolo. Nozze tra settembre e ottobre". Intanto il conto presentato alla siciliana è salito a circa 280 milioni di euro: via libera a nuove azioni di responsabilità per 32 milioni verso Salvatore, Jonella, Giulia e Paolo, oltre all’ex ad Fausto Marchionni e una serie di ex amministratori esecutivi, componenti dei comitati di controllo e sindaci
La storia, anche recente, non ha portato prudenza. E così Carlo Cimbri, forse confortato trascorsi della vigilanza dei mercati finanziari, fa spallucce davanti agli approfondimenti della Consob sui circa 6 miliardi di derivati in pancia a Unipol, la compagnia delle coop da quasi due anni in attesa di fondersi con l’ex galassia assicurativa dei Ligresti. Ottenuto il via libera alla fusione con Fondiaria Sai da parte dell’Ivass, la vigilanza delle assicurazioni che ha sostituito l’Isvap, Unipol “non deve aspettare nessuno”, ha detto il manager interpellato sui possibili rallentamenti legati alla valutazione del portafoglio strutturati in corso da parte della Commissione di Giuseppe Vegas.
“Consob farà le sue valutazioni e tirerà le sue conclusioni, ma non è che la Consob si deve esprimere sulla fusione, quello l’ha già fatto l’Ivass sentendo tutte le altre autorità”, ha aggiunto a margine dell’assemblea di Fondiaria che martedì ha approvato una nuova tranche di azioni di responsabilità a carico dei Ligresti e dei “loro” amministratori. E così ha promesso che, dopo l’ultimo rinvio, le assemblee di Unipol Assicurazioni, FonSai, Milano Assicurazioni e Premafin per deliberare sulla fusione a quattro da cui nascerà il secondo gruppo assicurativo italiano si terranno “per la fine di settembre o l’inizio di ottobre” in base ai tempi tecnici necessari “per preparare il documento informativo sulla fusione”.
Proprio quando è prevista la conclusione dell’istruttoria che Vegas ha avviato un anno fa su input del procuratore di Milano Luigi Orsi che sta indagando sulle circostanze che hanno portato al tracollo del gruppo Ligresti e sulle responsabilità del sistema bancario oltre che della famiglia siciliana. Il risultato, però, non è questione secondaria come ricordava l’Espresso pochi giorni fa sottolineando che se si scoprisse che i prodotti strutturati hanno un valore inferiore a quello che è stato loro attribuito nei bilanci della compagnia delle coop, diminuirebbe anche il valore di Unipol in rapporto a quello delle due società che si prepara ad assorbire.
Acqua sul fuoco, poi, rispetto alle condizioni poste per il via libera all’operazione dall’Ivass che ha chiesto maggiore efficienza della gestione e un rafforzamento dei controlli interni, con interventi in tema di governance, adeguati criteri nella distribuzione degli utili, rafforzamento di procedure e controlli in talune aree, inclusi gli investimenti in titoli strutturati e il rischio di riservazione. “L’Ivass – ha detto Cimbri minimizzando – sollecita le società a predisporre per il futuro una politica dei dividendi correlata alla tenuta di un congruo margine di solvibilità, questa del resto è anche l’intenzione della società”. “Il piano ha dei numeri e abbiamo ritenuto che in quei numeri ci potrebbe essere quel pay-out – ha aggiunto – Se i numeri saranno diversi, valuteremo la politica dei dividendi in relazione al mantenimento di un congruo margine di solvibilità”.
Tra le certezze, invece, c’è il fatto che intanto il conto presentato da FonSai alla famiglia Ligresti è salito a circa 280 milioni di euro. L’assemblea della compagnia ora controllata da Unipol, ha infatti deliberato con il 99,99% dei voti (seguita con percentuali analoghe dall’assemblea di Milano Assicurazioni) di esercitare nuove azioni di responsabilità per 32 milioni verso Salvatore Ligresti, i suoi tre figli Jonella, Giulia e Paolo, l’ex ad Fausto Marchionni e una serie di ex amministratori esecutivi, componenti dei comitati di controllo e sindaci molti dei quali coinvolti nell’inchiesta torinese per diversi reati patrimoniali, tra cui falso in bilancio che nelle scorse settimane ha registrato l’arresto della famiglia Ligresti e dei due ex amministratori delegati del gruppo.
Le azioni si sommano a quelle già deliberate lo scorso marzo su richiesta del commissario Matteo Caratozzolo, nominato dall’Isvap per accertare i danni patrimoniali arrecati da operazioni immobiliari, consulenze e sponsorizzazioni che hanno “spolpato” la compagnia a vantaggio della famiglia siciliana. Per quei danni, quantificati in almeno 245 milioni, FonSai ha chiesto il sequestro dei beni nei confronti dei “maggiori responsabili”, ha detto Cimbri. Cioè la famiglia Ligresti (con l’eccezione di Paolo, protetto dalla cittadinanza svizzera), Marchionni e l’ex vicepresidente, Antonio Talarico. L’istanza verrà esaminata dal Tribunale civile di Milano il prossimo 6 agosto.
Cimbri ha poi assicurato che, qualora le inchieste sfociassero in processi penali, il gruppo valuterà “la costituzione di parte civile”, verso chiunque, incluse le società di revisione, fosse indiziato di avere contribuito a depauperarne il patrimonio. Le azioni votate riguardano quelle “operazioni minori” il cui esame non rientrava nel mandato del commissario e da cui, ha detto Cimbri, sono emerse “irregolarità sotto il profilo formale e sostanziale da parte di amministratori e sindaci”. Il grosso dei danni (27 milioni) è riconducibile al contratto per la progettazione dell’Area Castello a Firenze affidato nel 2006 a Europrogetti. La società svolse solo una parte dei lavori perchè nel novembre del 2008 l’area venne sequestrata, ma percepì comunque 35 milioni, inclusi 2,6 milioni “inspiegabilmente” pagati nell’aprile del 2011, si legge nella relazione, “nonostante il progetto fosse sospeso e sottoposto a sequestro penale da quasi tre anni”. Per i costi legati alla ristrutturazione del Golf Hotel di Madonna di Campiglio, curata da Icein, altra società dei Ligresti, FonSai ha chiesto la restituzione di 4 milioni mentre ammontano a 1,2 milioni i danni reclamati per i mancati investimenti in marketing e materiale promozionale da parte di Gilli, la griffe di Giulia Ligresti, ideatrice delle borsette anti-scippo marchiate FonSai.
Quanto alla partecipazione nel Corriere della Sera ereditata dai Ligresti e sulla quale Unipol ha appena investito una ventina di milioni nel recente aumento di capitale di Rcs, Cimbri è tornato a promettere l’uscita dal salotto buono che governa l’editrice “perché per noi uno dei punti chiavi è entrare nella piena disponibilità della partecipazione per essere liberi di gestirla”. Parole che però rieccheggiano le prime dichiarazioni del numero uno del gruppo delle coop a proposito dell’eredità Ligresti negli snodi chiave della finanza italiana. Dai quali non si è ancora separato. Proprio mercoledì Rcs approverà i risultati del semestre che saranno di segno negativo, come peraltro anticipato dal gruppo che si attende una perdita significativa per tutto il 2013.