Puzza di polvere da sparo la fine della trattativa per la vendita del Bari calcio. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, un colpo di revolver ha perforato una finestra della sede della ‘Matarrese costruzioni’, l’azienda della famiglia da 36 anni proprietaria dei biancorossi.
Per gli inquirenti non è escluso che l’episodio sia collegato alla mancata cessione della società calcistica, anche perché lo sparo notturno ha un precedente.
Era l’8 luglio. Sempre di notte, sempre di fronte alla sede del quartiere Japigia, sempre un atto indimidatorio. Una bomba carta, fatta esplodere da un gruppo di tifosi che, abbandonata la manifestazione organizzata per caldeggiare il passaggio di consegne, si era diretto in corteo sotto casa dei Matarrese. Cori e insulti. Poi il botto. La Digos ci mise una decina di giorni a individuare i presunti autori del gesto.
Questa volta, invece, è molto più difficile risalire all’identità di chi ha sparato. Una certezza tuttavia c’è: in città, la mancata vendita del Bari ha creato un clima di tensione preoccupante, a cui hanno contribuito anche le due conferenze stampa convocate dai protagonisti di un matrimonio finito a piatti in faccia.
Versioni diverse, poca chiarezza. Da una parte e dall’altra. Per Antonio Matarrese (è l’ex presidente della Figc ad occuparsi della vendita del club) gli acquirenti non potevano concludere la trattativa perché non avevano i soldi necessari. Per l’imprenditore barese Paolo Montemurro e il suo socio napoletano Luigi Rapullino, invece, il problema erano i debiti (oltre 30 milioni di euro): a loro dire, l’attuale proprietà ha sempre assicurato di voler farsene carico, ma non ha mai spiegato come. Nulla di fatto.
Trattativa finita. Per sempre? Non si può dire. Montemurro, dopo l’attentato della scorsa settimana, ha diramato un comunicato in cui ha espresso “massima solidarietà” ai Matarrese, ricordando che il passaggio di consegne è saltato “a causa del difficile coordinamento tra le norme fiscali e quelle che regolano il mondo del calcio”, non prima di aver sottolineato “la certa volontà della famiglia di vendere” il Bari. I Matarrese hanno gradito.
Basterà per riaprire un discorso chiuso? Una risposta potrebbe arrivare oggi pomeriggio, quando al Comune è previsto un incontro organizzato dal ‘Comitato per la rinascita biancorossa’. Obiettivo: cercare di far tornare a parlare le due parti in causa. Montemurro ha detto che parteciperà solo se ci sarà un rappresentante dei Matarrese. Dalla proprietà, però, non è arrivata alcuna conferma sulla loro presenza.
Ad attendere anche il sindaco Michele Emiliano, ospite d’onore del faccia a faccia e indirettamente coinvolto nel futuro,questa volta squisitamente calcistico, del Bari. Sì, perché il primo cittadino ha deciso di intervenire in prima persona su un’altra vicenda spinosa, quella dei costi di manutenzione ordinaria dello stadio San Nicola, che al momento sono a carico del Comune.
E la minaccia, per la squadra, questa volta non sarebbe una finestra rotta da una pallottola, ma lo sfratto esecutivo.
il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2013