Il progetto presentato dal sindaco di San Giovanni in Persiceto prevede un'area da edificare pari a tre volte il centro storico del paese, 100 negozi, un parcheggio e una dozzina di palazzi da 8-9 piani. Il primo cittadino: "E' un processo partecipato, decideranno gli abitanti". Gli attivisti: "Balle, è già tutto deciso da Regione e Provincia"
135.000 mq di area da edificare, grande 3 volte il centro storico del paese, e all’interno un outlet da 100 negozi, un grande parcheggio e una dozzina di palazzi da 8-9 piani. Eccolo il “mostro” della discordia che sta facendo litigare da diversi mesi abitanti e giunta comunale di San Giovanni in Persiceto, 23 mila anime a una ventina di chilometri da Bologna.
La cartina del progetto che l’amministrazione comunale ha messo in rete ha proporzioni che fanno discutere cittadini ed esperti. Dislocato sull’asse nord-nord/ovest, sulla sinistra della strada che porta verso Cento, a cinque minuti a piedi dalla stazione dei treni, ma anche a ridosso del centro storico, il megaspazio che comprende area commerciale, residenziale, ciclabile, verde e polo scolastico ha un committente, almeno per l’Outlet, che non baderebbe a spese: la McArthur Glen che solo in Italia ha già avviato con successo omologhe strutture a Barberino del Mugello, più altre quattro tra la provincia di Roma, Napoli e Venezia, altre nove in sei paesi europei, e ben sette nella sola Inghilterra.
Difficile resistere a un colosso del genere, ma difficile farlo digerire anche al Comitato di cittadini che partendo da Facebook in pochi mesi ha raccolto centinaia di firme per bocciare il progetto e per chiedere al Comune di far parte di un Processo Partecipato come vuole la legge regionale 3 del 2010. Un’inedita alleanza anticemento che vede uniti comuni cittadini e singoli commercianti del paese: “Io sono un tesserato Pd e nel comitato la maggior parte delle persone proviene dalle file del centrosinistra”, spiega al fattoquotidiano.it, Francesco Pighetti, “Tutti noi ci chiediamo perché a un anno dalle elezioni la sinistra è così masochista da valutare un progetto che distruggerebbe la storia e il futuro di San Giovanni in Persiceto. Oltretutto l’amministrazione ha la proposta nel cassetto dal 2012 ma l’ha mostrata ai cittadini solo nel 2013”.
Il 43enne sindaco Pd, Renato Mazzuca, ha vinto le elezioni amministrative del 2009 con il 54,7% dei consensi e un alleanza che va dai Verdi all’Idv: “I comitati fanno il loro lavoro, ma vanno troppo avanti con le congetture”, spiega ironicamente il primo cittadino, “Stiamo facendo insieme ai cittadini un percorso partecipato, e soprattutto sono coinvolte Regione, Provincia e Unione dei Comuni Terre d’Acqua. La McArthur Glen ha fatto una proposta che deve rispettare parametri di ecosostenibilità e d’impatto ambientale che decideremo insieme. Insomma se l’outlet si fa, si fa nel modo che decideremo insieme”.
Va cauto Mazzuca e precisa: “135 mila metri quadri sono il totale dell’area interessata all’edificazione. Il centro commerciale è solo di 10mila metri quadri, quasi come l’outlet di Castelguelfo, e il parcheggio di 18mila. La struttura non supererà i due piani di altezza e le abitazioni i sette piani: ci teniamo a non snaturare il nostro territorio e nemmeno le strutture commerciali del paese”.
Recentemente è stato fatto anche un sondaggio telefonico dove il 61% degli interpellati ha dato l’ok all’intera operazione. “Una farsa”, commenta serafico Pighetti, “c’era una domanda sola, con una premessa mirabolante dove si diceva che questo progetto avrebbe portato 500 nuovi posti di lavoro, la riqualificazione dell’area a zero costi, e poi si chiedeva a bruciapelo se si era d’accordo, si o no”.
“Il committente ha fretta di chiudere”, risponde Mazzuca, “ma devono rispettare i nostri tempi: a fine agosto accoglieremo le controproposte raccolte col percorso partecipato, poi a settembre formuleremo una nostra proposta e vedremo se a loro andrà bene. In caso di risposta positiva in 5-6 mesi si concluderà l’iter”.
“Noi non siamo per niente fiduciosi”, dicono dal Comitato, “La decisione è già stata presa e non tanto dalla giunta Mazzuca, ma dai piani alti di Regione e Provincia. Noi non ci fermeremo perché, tanto per fare un esempio, non vogliamo dare ai nostri figli un esempio di consumismo sfrenato proprio a poche centinaia di metri dal nuovo polo scolastico. Non siamo un manipolo di contestatori e stiamo pensando ad una “prova di forza”, ad una manifestazione per far sentire pacificamente la nostra voce: questo outlet non va fatto per nulla al mondo”.