Il Senato ha dato il via libera al decreto Lavoro-Iva con 203 voti favorevoli, 35 contrari e 32 astenuti. Il testo ora passa alla Camera dei deputati. Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini esprime “soddisfazione per il lavoro svolto con impegno dalle commissioni in Senato che ha garantito tempi brevi di esame, selezione e approvazione degli emendamenti”. Il ministro auspica ora “la stessa rapidità nell’iter di conversione” da parte della Camera.
Tra le varie misure approvate l’Aula di Palazzo Madama aveva dato il via libera all’unanimità all’emendamento del Pd che prevede una garanzia dello Stato (con un fondo presso la Cassa depositi e prestiti) a partire dal 1 gennaio 2014 per consentire lo sblocco, secondo le stime, di altri 20-25 miliardi di euro di debiti della Pubblica amministrazione, per i pagamenti di crediti di parte corrente certificati. Una misura si somma ai 40 miliardi già sbloccati sul totale dei 90 miliardi di debiti complessivi stimati da Bankitalia. La norma (256 sì e un astenuto), prevede un fondo ad hoc “per il rilascio della garanzia dello Stato “ che “acquista efficacia “ a partire dalla individuazione delle risorse da destinargli. Il credito certificato e garantito può essere ceduto “ad una banca o a un intermediario “ con sconto non superiore al 2%. Le amministrazioni (diverse dallo Stato) potranno poi chiedere la ristrutturazione del debito.
Tutti i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese potranno essere pagati entro i primi mesi del 2014. Questo grazie a un emendamento ad hoc approvato dall’Aula su proposta del Pd: “In questo modo – spiega il senatore Giorgio Santini, che l’ha presentato – si potrà dare ulteriore ossigeno alle aziende, compiendo un’operazione di giustizia economica per il Paese, che il Pd chiede da tempo, affinché la Pubblica amministrazione saldi i suoi debiti nei confronti delle aziende”.
Debiti Pubblica amministrazione: ecco quanto prevede il decreto
I soggetti creditori possono “cedere il credito certificato e assistito dalla garanzia dello Stato a una banca o a un intermediario finanziario, anche sulla base di apposite convenzioni quadro. Per i crediti assistiti dalla garanzia dello Stato non possono essere richiesti sconti superiori al 2% dell’ammontare del credito. Avvenuta la cessione del credito, l’amministrazione debitrice, diversa dallo Stato può richiedere la ristrutturazione del debito con il piano di ammortamento, comprensivo di quota capitale e quota, interessi, di durata fino a un massimo di 5 anni, rilasciando delegazione di pagamento o altra simile garanzia a valere sulle entrate di bilancio “. La garanzia dello Stato “cessa al momento della ristrutturazione. L’amministrazione debitrice può contrattare con una banca o un intermediario finanziario, la ristrutturazione del debito,a condizioni più vantaggiose, previo contestuale rimborso del primo cessionario”.
Viene quindi istituito al ministero dell’Economia, un “apposito fondo per la copertura degli oneri determinati dal rilascio della garanzia dello Stato “ e con decreto del Mef “da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione “ “sono definiti termini e modalità di attuazione “ delle disposizioni, “ivi compresa la misura massima dei tassi di interesse praticabili sui crediti garantiti dallo Stato e ceduti “, nonché “le modalità di escussione della garanzia, a decorrere dal 1 gennaio 2014″. La garanzia dello Stato, come prevede una condizione posta dalla commissione Bilancio e accolta, “acquista efficacia all’atto di individuazione delle risorse da destinare al Fondo “. Inoltre “in caso di escussione della garanzia è attribuito allo Stato il diritto di rivalsa sugli enti debitori”.
Le misure contenute nel decreto lavoro
Via la condizione di single con persone a carico per accedere agli sconti sulle assunzioni, tempi ridotti tra un contratto a termine e l’altro e spinta all’apprendistato. Sono alcune delle (piccole) novità introdotte dal Senato al decreto Lavoro, che contiene anche lo slittamento dell’aumento dell’Iva dal 21% al 22%. Via libera allo sblocco di altri 20-25 miliardi di debiti della Pubblica Amministrazione e stop alle pubblicità per le sigarette elettroniche. Il testo, confermato sostanzialmente il ‘pacchetto lavorò nell’impianto del governo, è stato approvato con 203 sì e ora passa alla Camera, dove il ministro Giovannini si augura un iter altrettanto rapido. Con il provvedimento si punta a promuovere l’occupazione giovanile, consentendo a circa 200mila giovani tra i 18 e i 29 anni di accedere a nuove opportunità di formazione e impiego. Il governo si è impegnato, accogliendo un ordine del giorno, ad ampliare la ‘plateà dei beneficiari se ci saranno “ulteriori risorse”.
IVA SU A OTTOBRE: slitta di tre mesi, al 1 ottobre 2013, l’aumento dell’Iva, ‘copertò con l’aumento degli acconti fiscali (al 100% dell’acconto Irpef, al 101% dell’acconto Ires, al 110% dell’acconto sulle ritenute che le banche devono versare sugli interessi maturati su conti correnti e depositi)
NO SPOT SIGARETTE ELETTRONICHE: oltre alla maxi-tassa (al 58,5% dal 2014), per le e-cig arriva anche lo stop alla pubblicità come per le ‘biondè e il rispetto delle norme di tutela della salute per i non fumatori.
794 MLN SGRAVI PER ASSUNZIONI UNDER30: stanziati 500 milioni per le regioni del Sud e 294 per le altre per gli anni 2013-2016. Per le nuove assunzioni decontribuzione fino a un tetto di 650 euro al mese per 18 mesi (se si tratta di nuova assunzione; se si stabilizza un contratto a termine lo sgravio dura 12 mesi). L’assunzione deve riguardare giovani tra i 18 e i 29 anni senza impiego da almeno 6 mesi, o senza un titolo di scuola media superiore o professionale. Escluse le assunzioni per lavoro domestico. L’obiettivo, come ha ricordato il ministro Giovannini è di creare 100.000 nuovi posti di lavoro.
BONUS DA ASPI: prevista anche la possibilità per l’impresa che assume un disoccupato Aspi di avere un bonus mensile del 50% sul residuo Aspi che non sarà più percepito dal lavoratore.
RILANCIO APPRENDISTATO: entro il 30 settembre la Conferenza Stato-Regioni deve adottare le linee guida per il contratto di apprendistato. Le novità non avranno più limiti temporali e riguarderanno tutte le imprese, non solo Pmi e microimprese. Due milioni di euro l’anno per tre anni per i tirocini formativi.
RIDOTTA PAUSA CONTRATTI A TERMINE: tra un rinnovo e l’altro torna la pausa di 10 giorni per contratti fino a sei mesi, e 20 per contratti di durata superiore (la riforma Fornero aveva previsto una pausa di 60/90 giorni). Possibile in caso di primo contratto a tempo determinato, non superiore a 12 mesi eventuale proroga compresa, di non indicare la causale. Per il lavoro intermittente è confermato il limite di 400 giorni in tre anni ma riferito al medesimo datore di lavoro, mentre salta per turismo, pubblici esercizi e spettacolo. Introdotte anche norme per la stabilizzazione dei soci-lavoratori in partecipazione. Incentivi per le start up innovative fino al 2016.
STOP DIMISSIONI IN BIANCO PER CO.CO.CO. Estensione ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, delle tutele contro le “dimissioni in bianco”.
BANCA DATI: istituita una nuova banca dati ‘delle politiche attive e passivè, per unificare le informazioni esistenti sui soggetti da inserire nel mercato del lavoro.
OPPORTUNITA’ PER I NEET AL SUD: stanziati anche 168 milioni di euro (coinvolti circa 80mila giovani) per borse di tirocinio formativo per giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attività di formazione (i neet).
MISURE PER L’AUTOIMPIEGO: previsti 80 milioni di euro per misure di autoimpiego e autoimprenditorialità. Altri 80 milioni sono stanziati per progetti di valorizzazione dei beni pubblici (con particolare attenzione ai beni confiscati alle mafie) e per l’inclusione sociale che coinvolgano giovani.
ARRIVA CARTA INCLUSIONE SOCIALE: estesa a tutto il Mezzogiorno la sperimentazione della ‘carta acquistì con un finanziamento di 167 milioni di euro per il 2014-2015. Così si avvia il programma “Promozione per l’inclusione sociale”.
1 MLN PER FONDO STRAORDINARIO CULTURA: è stanziato anche 1 milione di euro per il Fondo straordinario ‘Mille giovani per la culturà, per tirocini formativi nel campo della cultura.
INCENTIVI ASSUNZIONE DISABILI: Il fondo per il diritto al lavoro di persone disabili è incrementato di 30 milioni, 10 quest’anno e 20 nel 2014. Andranno al fondo per il Servizio civile 11,5 mln in due anni. Incrementato anche il fondo per favorire l’occupazione dei detenuti di 5,5 milioni dal 2014.
TASK FORCE PER YOUTH GUARANTEE: via a una struttura di missione (già partita al ministero del Lavoro) con l’obiettivo di attuare a partire dal primo gennaio 2014 (e attiva per il solo 2014, non più fino al 2015) il programma comunitario “Youth Guarantee” e di promuovere i centri per l’impiego.
Bagarre in Aula, scontro M5S-Gasparri
Ma anche su questo provvedimento, come già accaduto per il decreto detto “del fare”, si è ripetuta la spaccatura netta tra maggioranza e opposizione. Prima del voto il senatore del Movimento Cinque StelleSergio Puglia ha lasciato l’Aula, al termine di un botta e risposta con il presidente di turno Maurizio Gasparri che sta cercando di contenere gli interventi ostruzionistici del M5S, i cui senatori si sono iscritti in massa a parlare per le dichiarazioni di voto in dissenso dal gruppo. Proteste dai banchi della maggioranza ma i grillini continuano a chiedere la parola. Tra l’altro è stato bocciato un emendamento dei Cinque Stelle che estendeva “gli incentivi del decreto lavoro anche alla promozione dei prodotti Made in Italy all’estero”. “Pdl, Pd, Scelta Civica – dichiara la senatrice Ivana Simeoni – continuano nel loro arrogante arroccamento e mancanza di dialogo parlamentare sulle idee”. Nell’emendamento, spiega il M5S era previsto che potessero “usufruire dell’incentivo le imprese che assumevano anche a tempo determinato, i giovani tra i 18 e 29 anni per inserirli in un piano di promozione del prodotto italiano ‘Made in Italy’ predisposto al fine di incrementare l’esportazione dei beni italiani all’estero”. L’emendamento prevedeva “l’impiego dei giovani per un periodo non inferiore di 18 mesi in paesi come Brasile, Russia, India, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica del Sud Africa, Commonwealth dell’Australia” con l’obbligo di rendicontazione dell’attività svolta.