Fare industria in Italia: pizzino di Luigi Einaudi per Marchionne
Ebbene sì, ha ragione Sergio Marchionne, ad di Fiat, in «Italia è impossibile fare industria». Siamo d’accordo. E siccome il dottor Marchionne è timido e non ha avuto il tempo o il coraggio di spiegare ancorché sinteticamente perché gli è impossibile fare il suo lavoro fino in fondo, grazie a un «pizzino» recapitatoci dall’aldilà per conto di Luigi Einaudi, siamo in grado di spiegarvi i veri motivi che, non da oggi, impediscono di fare industria in Italia.
- Abbiamo la peggiore classe politica tra i paesi industrializzati. Con questa gente non si può parlare né di mercato, né di politica industriale, né tantomeno di stato sociale. I loro interessi sono altrove. Il fatto è talmente acclarato e incontrovertibile che solo un pazzo pericoloso, dopo trent’anni di declino economico del paese, potrebbe minimamente metterlo in discussione.
- Abbiamo una tra le peggiori classi imprenditoriali, di sicuro per quanto riguarda la grande impresa, purtroppo ultimamente con gravi peggioramenti anche tra i piccoli e i medi imprenditori. Se si tratta di prendere sovvenzioni, denaro a buon mercato, favori vari non li batte nessuno. Un po’ meno se si tratta di rimboccarsi le maniche e capire che non puoi licenziare se tu fai la bella vita ma dici di essere sull’orlo del fallimento.
- Abbiamo un sistema bancario inefficiente e colluso con gli incapaci (vedi sopra n.1 e 2). Un sistema che se è alla canna del gas si fa dare i soldi dallo Stato, perché invoca il principio che svolge una funzione di interesse pubblico. E che al contrario, nei momenti di vacche grasse quando produce utili, sostiene che «l’unica morale è il profitto», salvo se perde tutto (anche i denari degli azionisti), foraggiare i responsabili del disastro con buonuscite milionarie.
- Abbiamo un sistema di trasporti vetusto, costoso, inefficiente e gestito peggio che non si può (vedi anche qui alla voce «politici: corruzione»)
- Abbiamo una legislazione economica inadeguata, formalistica e inefficace. In più abbiamo pensato bene che i problemi del lavoro siano un problema giudiziario, con le conseguenze che tutti vedono. Authority n.p.
- Abbiamo un sindacato che anni addietro ha perduto il senso dell’interesse dei lavoratori e ora non riesce più recuperarne il valore. Quindi come se non ci fosse.
- Abbiamo il peggior sistema fiscale tra i paesi sviluppati, un sistema che punisce chi paga e premia chi non paga, sostiene chi non lavora e perseguita chi lavora.
- Abbiamo un settore pubblico che, specie in alcune zone del paese dove vige la cosiddetta «autonomia», droga e rovina il mercato, oltre a incrementare la già strutturale inefficienza diffusa senza barriere.
- Tolleriamo una serie infinita di interessi corporativi (farmacisti, notai, giornalisti, professori universitari, medici, magistrati, avvocati, tassisti, commercianti, agricoltori, ecc. ecc.), che applicano sempre il principio del NIMBY e se li tocchi nei loro interessi credono giusto bloccare il paese.
- Siamo incorreggibili. Bravissimi a vedere le colpe altrui, incapaci di scorgere anche un briciolo delle nostre proprie responsabilità e agire di conseguenza (come Sergio Marchionne).