“Non sono d’accordo con Marchionne che ritiene che oggi sia impossibile fare impresa in Italia“. Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ai microfoni di Radio1.”Ci sono molte imprese che in queste condizioni stanno continuando a investire, a crescere, a creare profitto e posti di lavoro. Questo nonostante le indubbie difficoltà”.
”E’ chiaro che il tema è caldo, specie dopo la sentenza della Corte costituzionale su Fiom-Fiat, in questi mesi io e Marchionne abbiamo discusso più volte di come migliorare le relazioni industriali”, ha aggiunto. Quanto alla richiesta dell’ad di Fiat al governo di intervenire sulla rappresentanza sindacale, Giovannini risponde: “Diciamo spesso che in Italia c’è un eccesso di norme, e questo è proprio un caso in cui bisogna intervenire con attenzione proprio perché le parti sociali sono sovrane. Noi abbiamo scelto di lasciare alle parti sociali la possibilità di trovare un accordo, cosa che sindacati e Confindustria hanno fatto, in più i confederali hanno incontrato anche altre associazioni imprenditoriali proprio per trovare un equilibrio. Stiamo dando questa possibilità per poi trarre le conseguenze ed eventualmente intervenire sul piano legislativo, ma bisogna intervenire con attenzione”.
Parti sociali tese in senso lato anche Olteoceano, dove Fiat ha ottenuto una vittoria parziale nel percorso verso il controllo totale di Chrysler, dopo che il giudice Usa ha accolto due istanza del Lingotto in due dispute con il Veba, il fondo pensione dei metalmeccanici di Detroit. Il giudice del Delaware, Donald Parsons, ha ritenuto però prematuro ordinare al fondo di consegnare le sue azioni Chrysler a Fiat per 139,7 milioni di dollari, come chiesto da Torino nella sua azione legale intentata lo scorso anno. Il Veba a sua volta aveva intentato un’azione contro il Lingotto, sostenendo che le azioni di Chrysler valgono circa 343,1 milioni di dollari, una cifra che si avvicina alla stima degli analisti. Parsons ha stabilito che alcune questioni devono trovare risposta in un procedimento.
“Fiat auspica che attraverso l’istruttoria richiesta dalla Corte possano essere presto risolte le poche questioni ancora aperte nel contenzioso e continua ad avere fiducia nel fatto che anche tali residue questioni saranno risolte in suo favore”, ha commentato Torino. La questione non è da poco, visto che in termini economici la differenza tra le due posizioni sul valore di Chrysler potrebbe raggiungere una somma superiore al miliardo. In pratica Fiat, che controlla già il 58,5% di Chrysler, per l’acquisto della quota restante potrebbe dover pagare 4,5 miliardi, secondo le stime dell’analista di Ubs Philippe Houchois. La cifra dipende soprattutto dall’esito della diatriba sulle call.
Il giudice per ora ha dato ragione a Fiat su quelli che sono considerati i due punti chiave per l’esito della disputa e cioè se le note di credito in favore del Veba debbano essere considerate debito di Fiat e della nuova Chrysler e se certi introiti di Chrysler siano da includere nel margine Ebitda di Fiat. Questi due punti pesano per 90 milioni di dollari nella differenza del prezzo dell’opzione di acquisto delle quote Chrysler.
Restano tuttavia ancora da risolvere altre parti del calcolo del prezzo proposto da Fiat e a tal proposito il giudice ha stabilito di non avere giurisdizione sull’affermazione del sindacato sul fatto che il prezzo proposto da Fiat violerebbe alcune norme sulle pensioni del ministero del Lavoro Usa. La certezza, in ogni caso, è che i tempi per un verdetto definitivo sono ancora lunghi e questo, al di là delle vittorie di oggi, non agevola Fiat che ha fretta di portare a casa il risultato, a un prezzo più conveniente possibile.
Sarà invece efficace da giovedì primo agosto la fusione per incorporazione di Fiat Netherlands (società interamente controllata da Fiat Industrial) in Fiat Industrial. Si tratta di un nuovo passo verso l’integrazione fra la società che controlla Iveco e l’olandese Cnh che darà vita ad un nuovo gruppo con la residenza fiscale fuori dall’Italia denominato Cnh Industrial.In attesa del traferimento all’estero Fiat Industrial ha chiuso il semestre con ricavi per 12,627 miliardi di euro (+1,4%) e un utile di 499 milioni di euro (+46 milioni sul 2012), mentre l’indebitamento netto si è attestato a 17,699 miliardi.