È l’efficace boicottaggio dei due circoli di cultura gay più famosi d’Italia per protestare contro le recenti leggi anti-omosessuali promosse dalla Russia di Vladimir Putin. Una scelta simbolica, ovviamente, ma che è solo un modo per porre l’accento sulle politiche sempre più sfacciatamente omofobiche e fascistoidi dello zar del Cremlino.
L’invito, ovviamente, è a un boicottaggio più ampio e generalizzato. Sui social network, è il Cassero a suonare la carica: «Invitiamo anche voi a intraprendere questa piccola battaglia. Non bevete vodka russa, non comprate vodka russa. Chiedete ai vostri bar preferiti e ai luoghi di villeggiatura che frequenterete di non darvela e non fornirsene più. E invitate i vostri amici e familiari a evitare qualsiasi tipo di turismo o anche semplice acquisto on-line con siti russi».
I boicottaggi, soprattutto quando non sono capillari, diffusi a livello globale o supportati da una possente campagna mediatica, quasi sempre lasciano il tempo che trovano. Ma l’iniziativa di Cassero e Mieli è un primo importante passo verso una presa di coscienza collettiva sempre più necessaria. Quello che Vladimir Putin sta facendo alla comunità LGBT russa è di inaudita gravità, con misure indegne di un paese democratico quale è (almeno ai nostri troppo benevoli occhi occidentali) la Russia.
Personalmente, farò la mia parte in questa battaglia evitando accuratamente qualsiasi prodotto proveniente dalla Russia. E per quel che riguarda la vodka, non disperate: dalla Svezia, paese friendly che più friendly non si può, ne arriva una ancora più buona.