Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: "Il governo intervenga su un’inerzia non più sostenibile, a danno dei risparmiatori e degli investitori"
“Si chiede al governo di chiarire se non ritenga di intervenire su un’inerzia non più sostenibile, a danno dei risparmiatori e degli investitori”. E’ quanto scrive Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e deputato del M5S, annunciando una interrogazione parlamentare sulla Consob ed, in particolare, esplicitando “dubbi sulla persona del presidente Giuseppe Vegas” in merito alla sua “competenza ed indipendenza”.
Si tratta di una una interrogazione arisposta scritta (4/01353), al presidente del Consiglio dei ministri e al ministero dell’Economia e delle finanze. “La Consob è l’organo che vigila sul sistema finanziario e societario e, di conseguenza, garantisce il rispetto delle regole che incoraggiano e tutelano il risparmio e i risparmiatori – si legge nel documento – Proprio per questo, per tutelare il buon funzionamento di questo Ente, è necessario che i suoi membri siano competenti e indipendenti dal governo”.
Nella interrogazione si esplicitano dei dubbi in tutti e due campi sulla persona di Vegas. “Per quanto riguarda la competenza nell’atto ispettivo si elencano gli scandali che negli ultimi mesi hanno travolto il sistema finanziario italiano mettendo a repentaglio la solidità del sistema stesso, sul quale la Consob avrebbe dovuto vigilare adeguatamente – sostiene Di Maio – Non è chiara poi quale possa essere l’indipendenza politica del presidente Vegas, più volte importante membro dei governi Berlusconi, nonché parlamentare del centrodestra per 4 legislature”.
“Se possiamo essere certi che il dottor Vegas sia in grado di orientarsi fra le procedure parlamentari, nell’ambiente «amministrato» della finanza pubblica e nelle più fitte trame del diritto ecclesiastico, tuttavia, finora non ha dato prova di conoscere il mondo liquido e sfuggente della finanza privata; il presidente Vegas, infatti, travolto dal fiume in piena degli scandali finanziari e della recente crisi che ha messo a repentaglio la solidità del sistema, avrebbe dovuto concentrare la sua massima attenzione sulla vigilanza on-site – entra nel dettaglio il documento -, come recentemente ribadito dallo Iosco nel suo rapporto sull’Italia, impedendo comportamenti opportunistici alle reti distributive bancarie (in memoria dei casi Cirio, Parmalat e Banca Popolare di Milano), controllando da vicino i soggetti i cui strumenti finanziari sono diffusi fra il pubblico in misura rilevante (vedi il caso «Deiulemar»), tutelando la posizione degli azionisti di minoranza (vedi caso «Unipol») e impedendo il consumarsi di un vero e proprio dramma nazionale (il caso «Mps», come sarà approfondito più avanti); in particolare, quest’ultimo caso sarebbe avvenuto sotto gli occhi dell’autorità, a giudicare dai contenuti dell’esposto indirizzato alla Consob nel luglio 2011 e pubblicato da diversi organi di stampa: un documento così dettagliato da sembrare un saggio di finanza criminale, le cui denunce circostanziate non sembrano aver suscitato l’interesse della Consob, stando alle cronache dei suoi successivi accertamenti”.
E ancora, “resta il fatto che secondo gli interroganti gli sforzi del presidente Vegas sono stati concentrati su obiettivi estranei al mandato istituzionale della Consob per i quali dunque essa non è dotata di strumenti adeguati, mentre nei suoi ambiti principali di intervento sono fioriti scandali finanziari; sulla mancanza delle competenze necessarie da parte del presidente Vegas hanno iniziato a nutrire forti dubbi anche diversi accademici italiani (professor Cesari, professor Cherubini, professor Onado, professor Boeri) che hanno apertamente polemizzato con le scelte di vigilanza compiute dalla Consob sui maggiori quotidiani nazionali fino a dichiararsi allibiti di fronte alla lettura dell’ultima relazione annuale della Consob“.