Il ministro ha deciso di declinare l'invito: "Rimane la disponibilità al dialogo e al confronto, ma adeguate condizioni". La titolare dell'Integrazione ribadisce di aver chiesto nei giorni scorsi un intervento chiaro e pubblico per stigmatizzare i troppi attacchi. Ma quelle parole non sono mai arrivate"
Il ministro Cecile Kyenge ha deciso di declinare l’invito a partecipare alla festa della Lega Nord di Milano Marittima (Cervia). Il ministro ha poi confermato che “rimane aperta la sua disponibilità al dialogo ed al confronto, ammesso però che si creino le adeguate condizioni”, come si legge in una nota del portavoce. L’invito era per la festa nazionale del Carroccio dell’Emilia Romagna prevista per la sera del 3 agosto. “Nei giorni scorsi – ricorda il portavoce – il ministro aveva chiesto al segretario nazionale della Lega Nord Roberto Maroni un suo intervento, chiaro e pubblico per stigmatizzare i molti, troppi attacchi rivolti contro di lei da esponenti di quel partito; non essendo pervenuto il suddetto intervento, la stessa ha deciso di rinunciare”.
Le prime reazioni sono arrivate proprio dalla Romagna, là dove il ministro era attesa. “Siamo molto delusi”, ha detto Gianluca Pini, vicecapogruppo alla Camera della Lega Nord, “E’ una decisione che non fa onore a chi dice di volere un cambiamento. Siamo molto delusi per questa decisione soprattutto perché viene meno da parte sua, ed a sole 48 ore dell’impegno preso, la disponibilità a un confronto civile e franco sui temi dell’immigrazione. Aver fatto vincere il partito dello scontro non fa onore a chi dice di volere un cambiamento”.
Il dibattito a Milano Marittima avrebbe dovuto essere tra il ministro e il governatore del Veneto Luca Zaia, che in seguito alla rinuncia ha commentato offrendosi per andare ad una festa del Partito democratico: ”Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Il ministro Kyenge non viene alla nostra festa? Vado io alla festa del Pd, sono disponibilissimo a confrontarmi con lei in quella sede sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. Mi spiace – ha detto – che rifiuti di partecipare ad un confronto sereno, pragmatico e finalmente concreto”. La Lega, ha aggiunto Zaia, “ha sempre condannato senza se e senza ma questi fatti, i temi del razzismo e della distinzione delle persone in base al colore della pelle non sono nel Dna della Lega che conosco”. E aggiunge, con quella che definisce una “piccola lezione”: “Vengo da una provincia – ha ricordato Zaia, riferendosi a Treviso – che la Lega governa dal 1995 e che è modello di integrazione, così come lo è il Veneto, con più del 10% di immigrati, a livello nazionale. E poi faccio mio un detto dei gesuiti secondo il quale piuttosto che rassicurare i fedeli è meglio evangelizzare i fedeli: ergo, piuttosto che parlare con chi la pensa come te è meglio parlare con chi la pensa diversamente da te”.
La decisione del ministro arriva dopo l’escalation di insulti e episodi a carattere razzista che hanno visto coinvolti esponenti noti e meno noti della Lega Nord. Tutto era cominciato da quanto aveva detto il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli: “Quando la vedo non posso non pensare a un orango”. Ma poi c’era stato l’episodio, proprio a Cervia, del lancio delle banane, il cui autore non è stato ancora identificato. La procura di Ravenna ha aperto un fascicolo contro ignoti. Il reato contestato è il vilipendio delle istituzioni costituzionali. Intanto la Digos ha già visionato diversi video della serata e ascoltato alcune persone in merito all’episodio. I frutti, lanciati con un tiro dal basso verso l’alto a parabola dalla zona alberata adiacente al palco, si erano fermati tra la prima e la seconda fila.