Con un comunicato stampa, la multinazionale ha annunciato l'avvio di una gara "per il contratto di appalto dei servizi di movimentazione delle merci presso la sede emiliana". E cerca "partner migliori in termini di competenza, managerialità ed esperienza nel settore logistico". Il Consorzio: "Siamo amareggiati". Cobas: "E' un'operazione di maquillage"
Ikea scarica le cooperative a Piacenza, dopo le proteste dei mesi scorsi che infiammarono il polo logistico con manifestazioni, scontri e querele, che videro il sindacato Si Cobas come controparte nel denunciare le mancanze nella gestione del personale, per la maggior parte facchini di origini straniere. Orari, salari e rappresentanza all’interno dei magazzini al centro di tante polemiche.
Con un freddo comunicato, a un mese dalla scadenza del contratto, si legge: “Ikea Italia Distribution ha deciso di avviare, con il supporto della casa madre, una gara per il contratto di appalto dei servizi di movimentazione delle merci presso il polo logistico di Piacenza, con l’obiettivo di monitorare il mercato e garantire che Ikea utilizzi sempre i fornitori migliori”.
Una scelta inaspettata, da parte del colosso svedese, che ha colto tutti di sorpresa. Per primo Giampiero Gortanutti, il presidente del Consorzio Cgs (che raggruppa le tre cooperative finite nell’occhio del ciclone: Cristall, San Martino ed Euroservizi, ndr), il quale aveva un appalto di ben 11 milioni di euro all’anno. “C’è amarezza, visto che abbiamo lavorato bene dal 2005 fino a quando non sono successi quei fatti, che io definisco follia” ha detto a ilfattoquotidiano.it, aggiungendo che “non capisco il perché, a un mese dalla scadenza del rinnovo”.
Nel comunicato di Ikea, si giustifica la decisione come necessità di cercare nuovi collaboratori : “La gara per l’appalto dei servizi di movimentazione merci muove dall’obiettivo della Casa Madre di individuare, in ogni mercato in cui opera, i partner migliori in termini di competenza, managerialità ed esperienza nel settore logistico”. Frasi che non sono piaciute alle cooperative locali, che hanno preso il commento come un attacco personale: “Non siamo i migliori? Abbiamo dimostrato di essere sempre stati corretti, come ha comprovato il Dpl (la Direzione provinciale del lavoro che non rilevò nessuna irregolarità, ndr). E la qualità erogata ci è sempre stata confermata dall’azienda” ha detto Gortanutti.
Il tempo delle trattative fiume, svoltesi in Comune e Provincia e dei tavoli congiunti con i sindacati (Cgil, Cisl e Uil, con i Cobas sempre in disparte nonostante avessero la maggior parte degli iscritti) ormai sembrano finiti. E Ikea ha già avviata il nuovo corso: “Farà un primo invito alla gara nei prossimi giorni, mentre le proposte sono attese entro la fine del mese di agosto. Al fine di far conoscere l’attuale organizzazione operativa del polo logistico è stata prevista la possibilità, per i fornitori invitati dalla gara, di effettuare delle visite presso i depositi di Piacenza” continua il comunicato diffuso.
Una notizia che, dopo aver amareggiato i vertici del Consorzio Cgs, non fa esultare neppure i Cobas. Il loro segretario nazionale, Aldo Milani, infatti non si fida: “E’ un’operazione di maquillage, per far credere che le cooperative migliori si possono fare avanti. Ma poi si ripresenteranno le stesse – ha spiegato -, a me dà l’impressione che vogliano poi riconfermarle, semmai mettendole solo alle strette”. Per il segretario, comunque, il punto decisivo è sempre uno: “Essere riconosciuti da Ikea come sindacato rappresentativo dei lavoratori. E ancora non avviene, dopo tanti incontri anche in Prefettura, discutono solo con Cgil, Cisl e Uil”. Una delle poche certezze, almeno stando alle parole del comunicato, riguarda il lavoro dei facchini : “Ikea ha informato i sindacati confederali della gara d’appalto e del proprio impegno, indipendentemente dal risultato della gara, a continuare ad operare per il pieno rispetto di tutti i diritti dei soci lavoratori del Consorzio Cgs attualmente in forza presso i depositi di Piacenza”. Per Milani, l’aprire a nuove cooperative è un segnale di facciata, che però “nasconde nella realtà il mantenere rapporti solo con chi gli può dare maggiori garanzie di non essere criticati” ha concluso.